Dettagli Recensione
Elpilogo n. 13 - Potere dell'analisi
Quest’opera mi ha catturato perché descrive perfettamente l’evoluzione di un sentimento estremo: nasce con sorpresa, si insinua nei tessuti del corpo e della mente, si radica in una passione che lievita, diviene ossessione, trasgressione, autodistruzione.
Siamo in Inghilterra e corre l’anno 1959. In un tetro manicomio criminale uno psichiatra illustra il climax di un caso clinico, che ha visto Stella Raphael, moglie di un altro psichiatra dell'ospedale, innamorarsi di Edgar Stark, un artista detenuto nella clinica a causa di un feroce uxoricidio. In un primo tempo, la storia procede attraverso sotterfugi e incontri clandestini.
Stella intuisce il pericolo, ciononostante non esita a distruggere il suo matrimonio e la sua vita familiare. Perché non riesce a contrastare l’esplodere di una passione che innanzitutto è attrazione fisica e sessuale, talmente magnetica da sconfinare nella mania. Talmente potente da far precipitare chi la vive nel baratro della follia, passando attraverso una serie di disavventure e disgrazie.
La narrazione è molto efficace, condotta com’è dal punto di vista dell’analista, che narra in modo piuttosto impersonale il precipitare degli eventi. Nella razionalità dell’esposizione, il colpo di coda finale, che l’autore magistralmente riserva, giunge beffardo sul lettore come il morso di una serpe.
Bruno Elpis
Indicazioni utili
Commenti
7 risultati - visualizzati 1 - 7 |
Ordina
|
@ Cri e Silvia: sì, in comune con "Il sosia" vi è soltanto il tema. E Dostoevskij ha certamente un'altra caratura. Anche la forma di follia descritta è differente. Io ho letto anche altro, di questo autore, ma credo che "Follia" sia il suo romanzo più azzeccato :)
7 risultati - visualizzati 1 - 7 |