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Più Oscar che National book award
Questo libro ha tutti gli ingredienti giusti per piacere al pubblico americano ( e non solo): un tema scottante (razzismo ma non troppo), una vicenda giudiziaria avvincente, sesso e una buona dose di follia.
Rispetto a altri libri come il colore viola o il buio oltre la siepe ha qualcosa in meno. Lo stile è ugualmente semplice ma negli altri romanzi la semplicità dà più luce al contenuto diamantino qua siamo di fronte a un buon hamburger ben cucinato più che a un capolavoro letterario. In ogni caso il libro è piacevole da leggere.
Un uomo, Paris Trout, usuraio in un'epoca in cui tale mestiere era assimilato a quello del buon samaritano, va a casa di un suo debitore dove spara a una donna e uccide una bambina, nere tutte e due. Siamo in un periodo e in una parte dell'america piuttosto razzista per cui il protagonista non si aspetta di avere nessun guaio con la giustizia. Invece, nonostante l'ottimo avvocato, giudice e giuria storcono il naso di fronte all'uccisione della bambina e l'assoluzione non è scontata. Pure l'ottimo avvocato si fa venire degli scrupoli anche se sollecitati più dall'attrazione fisica per la moglie di Paris che dal destino della piccola. Paris inizia in ogni caso a manifestare dei sintomi per cui l'omicidio ci appare frutto non tanto o non solo di razzismo ma soprattutto della solita follia dilagante. Il problema del razzismo perciò si sposta in un certo senso dall'imputato all'ambiente e la vicenda perde in parte di efficacia. La mentalità del paese comunque sta cambiando in meglio nonostante ci sia ancora gente disposta a giustificare anche un delitto o a farsi comprare per assolvere chi l' ha commesso. Il sistema giudiziario comunque pagherà il suo tributo di sangue alla propria mediocrità.
Tutto sommato nella vicenda manca un eroe positivo: ogni azione, di ogni personaggio, sembra frutto di un certo tipo di calcolo più o meno azzeccato. Sembra in certi punti di trovarsi di fronte a un manuale su come muoversi e come fare per vivere senza troppi problemi: il tributo di sangue sembra dovuto più a una contravvenzione a queste ottime norme che a altro. Il libro non mi pare scritto con lo scopo di smascherare una certa mentalità mediocre, e la conclusione, volendo trarne una, potrebbe essere che occorre prudenza e l'avventatezza non paga mai.
Il racconto è accattivante e fin troppo crudo in certe descrizioni. E' una tipica storia da Oscar.
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