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IL DOTTORE DELLA MORTE
Con questo libro ho ritrovato il Glenn Cooper che avevo conosciuto ed apprezzato con il suo primo di libro. Evidentemente la morte affascina questo autore a tal punto da dedicargli quasi tutti i suoi libri.
Questa volta non siamo di fronte alla possibilità di conoscere il giorno esatto della nostra morte, ma sapere cosa ci aspetta nei primissimi istanti dal nostro decesso. Il romanzo gioca proprio su quest’aspetto che da sempre ha interessato ed affascinato ogni popolo ed ogni religione.
Anche in questa occasione Glenn Cooper ha saputo orchestrare una bella storia di fantasia riuscendo a mantenerla nel binario “impossibile, ma non troppo”.
Per far questo, ha sfruttato la nostra inclinazione nell’accettare le più svariate scoperte nel campo della ricerca scientifica, da cui ogni giorno siamo bombardati. Ormai non ci stupiamo più, visto i grandi passi che la scienza sta facendo. Quindi se un ricercatore, di nome Alex Weller, riuscisse a sintetizzare una sostanza presente nel nostro cervello a pochi secondi dalla morte, e ci raccontasse che finalmente possiamo provare la stessa sensazione che prova una persona al momento del “trapasso”, saremo stupiti? Forse no. E’ per questo motivo che questo libro è da apprezzare, ma sempre da accettare con le dovute attenuanti.
Il romanzo si tinge di giallo quando il protagonista, per poter portare avanti questi studi, a dir poco sconvolgenti, dovrà diventare uno scaltro omicida per procurarsi “la materia prima” di cui ha bisogno. Un scaltro poliziotto dovrà cercare di incastrare con prove certe questo “dottore della morte”, prima che l’umanità impazzisca, facendo uso di questa sostanza, diventata per molti una droga vera e propria.