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Le abitudini delle volpi
 
Le abitudini delle volpi 2013-04-20 10:13:30 LuigiDeRosa
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    20 Aprile, 2013
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Sarà mica la volpe a perdere il pelo ma non il vi

Una macchinina rossa ha fra le mani Erlendur,il protagonista di questo giallo, poliziotto di Reykjavìk , che per una breve vacanza ha scelto di ritornare a Bakkasel, il suo paese natale, piccolo centro affacciato su di un fiordo, con l'impetuoso mare del Nord davanti e l'arida brughiera dell'Islanda orientale alle spalle, a confinarlo in un freddo e pacifico isolamento.
L'automobilina l'ha trovata in una tana di volpe, Bòas, vecchio cacciatore,che Erlendur ha incontrato per caso, durante una delle sue passeggiate solitarie nella brughiera. Quel giocattolo risveglia in Erlendur, sopiti ricordi, riapre ferite appena rimarginate; tanti anni prima, durante una tormenta lui, il padre e il fratellino si persero. Il piccolo Bergur,da quel giorno maledetto, non fu più trovato. Bergur quel giocattolo l'aveva con se, quando scomparve. Le volpi, secondo Bòas, come i corvi, spesso portano nella tana oggetti smarriti, a dire il vero, anche se non sono animali necrofagi, conservano anche i resti di animali morti...possibile che...la tana dov'era? Erlendur comincia così un'indagine a ritroso nel tempo,il poliziotto ispeziona dolorosi ricordi nascosti nel suo cuore e nella sua mente, ma durante questo percorso s'imbatte in un'altra strana "scomparizione" quella di un battaglione di soldati inglesi e di una donna del posto Matthildur, avvenuta durante la Seconda Guerra Mondiale. I soldati Inglesi, furono ritrovati tutti dai soccorritori,ma la donna no, eppure era del posto, come fu possibile la sua sparizione? Erlendur comincia queste indagini parallele, per conto suo, ufficialmente è in vacanza,ma non rinuncia a chiedere in giro. I suoi ex compaesani, sembrano voler collaborare alla ricerca della verità, Hrund la sorella maggiore di Matthildur rivela al poliziotto dei forti contrasti che erano sorti fra quest'ultima e il marito Jakob, quando ricevette una lettera dalla terza sorella, Ingunn,trasferitasi anni addietro nella capitale, nella quale,la congiunta, le confessava di aver avuto una relazione ed un figlio da Jakob che, messo alle strette, non avrebbe negato la relazione ma la paternità attribuitagli, sì,definendo Ingunn, una puttana. Dunque Jokob avrebbe avuto più di un motivo per eliminare Matthildur e i sospetti sull'uomo si moltiplicheranno quando Erlendur scoprirà di un tradimento, per ripicca?, consumato fra la donna scomparsa ed Ezra, compagno di lavoro e miglior amico di Jakob. Il problema fondamentale di tutto quest'intrigo di passioni e tradimenti è che eventuali assassini, così come le loro vittime, sono tutti morti da sessant'anni. Dove vanno cercate le prove dei delitti, sempre che delitti si siano commessi a Bakkasel?
Nelle tane delle volpi?
Un giallo intrigante e bello come quelli che scriveva il compianto Stieg Larsson, quando sembra che tutta la vicenda sia stata chiarita, sei piacevolmente costretto a cominciare subito il capitolo successivo perchè lo scrittore ti mette in crisi,ti lancia un nuovo indizio rivelatore di un uteriore intrigo,dunque bisogna seguire le tracce della volpe fin dentro la tana.
di Luigi De Rosa



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