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Il Conte Dracula: chi non lo conosce?
Famosissima opera di Bram Stoker che ha reso il Conte Dracula il vampiro più noto e più imitato di tutti i tempi.
Una grave minaccia è sbarcata nella city londinese con l’aiuto inconsapevole del povero Jonathan, mandato in Transilvania nella decadente residenza del Conte in qualità di avvocato per sbrigare alcune formalità burocratiche del vampiro. Riesce a fuggire non senza aver scorto l’inferno ed aiuta un gruppo di persone coinvolte, loro malgrado, nella vicenda a fermare la scia di sangue. Ce la faranno?
Dracula nell’immaginario collettivo è munito di denti aguzzi, di un mantello nero e di un pallore cadaverico e lo si combatte con aglio, stiletto e crocifisso; in effetti ce l’ha proposto così proprio il suo creatore. Lo figuravo più elegante, nobile e seducente, forse influenzata dal film di Francis Ford Coppola che, ho potuto constatare, non è fedele al libro, va per la sua strada.
Il romanzo è l’unione dei diari dei protagonisti, quindi i fatti sono esposti in perfetto ordine cronologico e dal punto di vista di tutti. L’autore si dilunga su particolari non importanti, è prolisso, a tratti noioso. Lo scopo è quello di mettere nero su bianco o registrare ciò che accade per dare un senso agli avvenimenti; situazioni vissute senza testimoni ed impresse nella mente a distanza di tempo possono sembrare allucinazioni, c’è la necessità di trascrivere per non impazzire, ma così la lettura è appesantita da dettagli inutili che non arricchiscono in nessun modo la narrazione. Le descrizioni sono così dense di particolari da produrre l’effetto contrario di quello sperato, creano confusione. La nota positiva sono i personaggi, ben delineati fisicamente e psicologicamente, per i miei gusti un po’ troppo ingenui e poco reattivi.
L’inizio è intrigante, il resto è lento e piatto, privo di scosse emotive per il lettore. Non ho apprezzato la pensata di Stoker di mantenere il linguaggio del professore olandese tipico dello straniero. Doveva proprio farlo? Voleva forse dare più credibilità al racconto?
Nonostante tutto, non riuscivo a smettere di leggerlo, nutrivo la speranza che prima o poi sarebbe successo qualcosa di talmente spaventoso da riscattare il resto del libro, cosa che non è avvenuta. Ma insomma un non morto succhia sangue deve incutere un minimo di terrore!
Ero partita con entusiasmo, ma pagina dopo pagina è calato fino ad esaurirsi. Per la prima volta, per quel che mi riguarda, il film batte il libro.
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