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Incontri fatali
Il 9 giugno 1865 nei pressi di Staplehurst, una località del Kent, uno spaventoso incidente ferroviario vede coinvolto il grande romanziere Charles Dickens e la sua giovane amante Ellen Ternan. Diversi vagoni precipitano da un viadotto, numerosi sono i morti e i feriti e tra le poche carrozze miracolosamente scampate vi è quella in cui viaggia Dickens.
La drammaticità dell'episodio avrà non poche conseguenze nella vita dello scrittore che, da quella data in poi, innescherà una sorta di countdown, un lento decadimento che lo condurrà alla morte appena cinque anni dopo.
In quello scenario apocalittico, ancora incredulo e sgomento, lo scrittore presterà soccorso ai malcapitati e subirà il fascino di un incontro surreale.
Un uomo con cappa e cilindro, infatti, si muove tra rottami e corpi dilaniati, apparendo quasi dal nulla.
Ha alcune dita mancanti alle mani, la pronuncia di una "esse" strascicata e sibilante e due occhi senza palpebre su un viso emaciato e pallido.
Il suo nome è Drood.
Chi è quest'uomo e quale scopo lo porta ad aggirarsi tra morti e feriti è un mistero.
Incuriosito e nello stesso tempo scosso da quella "presenza" inquietante che gli rivolge parola, Charles Dickens, tornato nella sua quotidianità, decide, aiutato dall'amico e collaboratore Wilkie Collins (autore del romanzo " La donna in bianco") di intraprendere una ricerca ossessiva dell'uomo chiamato Drood. Avvalendosi di un investigatore privato, i due uomini riusciranno a penetrare nel "Gran forno", la Londra derelitta, famelica, diabolica, putrida e melmosa dei bassifondi, ricamati da orrori e tanfi stagnanti, ridondanti di assassini e loschi individui che spingono esistenze corroborate da oppio e misfatti e che nascondono nel profondo di una cripta segreta l'ingresso per Sotterra, una sorta di "città di Dite" nelle catacombe della città finora conosciuta. Dickens e Collins, come due autentici e moderni Dante e Virgilio, intraprenderanno una vera e propria discesa negli inferi nell'attesa di trovare il misterioso covo del "Lucifero Drood". Da qui si dipana una storia davvero incredibile. Dan Simmons ricostruisce non solo una parte del percorso storico,letterario e privato di un grande romanziere e del suo altrettanto abile collaboratore dimostrando di conoscere minuziosamente le biografie dei due protagonisti, ma attraverso il racconto in prima persona, dove è Collins a narrare, plasma un romanzo potente che racchiude in sé diversi generi quali
il romanzo storico, il thriller, il romanzo psicologico fino a sfiorare il grottesco Kafkiano.
Numerose le tematiche: il tema del doppio (tanto caro agli scrittori ottocenteschi), lo stile di vita e le relazioni tra scrittori nel secolo dell'apparenza, il mesmerismo e i suoi rituali, la rivalità, l'omicidio, il mistero, l'occulto, il tradimento, la dipendenza da oppio, il cannibalismo e molto altro, tutto magistralmente descritto e ben esposto in uno stile superbo.
Mi sento di affermare che mai romanzo, nemmeno tra quelli dello stesso Dickens, hanno esplorato così a fondo i bassifondi londinesi e approfondito in maniera quasi maniacale tematiche tanto diverse; per questo ne consiglio una lettura lenta e scandita nel tempo che permetta di assaporare tutti i meccanismi narrativi e le innumerevoli "sottotrame" offerte dall'autore sulla vita privata dello scrittore di "Canto di Natale".
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