Dettagli Recensione
Uno dei più bei noir di sempre.
Ultimamente sono molto orientato verso i noir, sono partito da Lansdale poi l'italiano Carlotto e finito quest'ultimo (che non mi ha entusiasmato per niente) ho deciso di prendere un libro (per me il primo) del famoso Don Winslow. Su questo super scrittore (per quello che riguarda il genere) avevo letto moltissime opinioni, che si dividevano prevalentemente tra due correnti di pensiero, la prima diceva: "Un grandissimo scrittore", la seconda: "Un genio". Decido così di leggere il suo libro più famoso per cominciare, "Il potere del cane". Potrei finire qui la recensione con un singolo termine, "perfetto", ma vi devo dire almeno un paio di cose che lo rendono tale. La prima è senza dubbio il finale, che non ci dirò per non rovinarvi il romanzo, ma nel corso della mia lettura ho pensato spesso, oltre al fatto che stavo leggendo un capolavoro, che forse, se l'autore non fosse stato abbastanza bravo, avrebbe potuto rovinare un gran bel libro con un finale non appropriato. E invece sono stato splendidamente smentito con un gran finale, degno di un vero noir da 10 in pagella. Il secondo punto che rende stupendo questo libro è la divisione, azzeccatissima, per capitoli e paragrafi, che guidano il lettore non solo attraverso i vari Stati in cui è ambientato il romanzo (e non sono pochi) ma soprattutto riesce a contestualizzare meglio le vite e le avventure dei vari protagonisti, rendendo scorrevolissimo un libro di ben 700 pagine. Il romanzo parla della storia di Art Keller, detective senza scrupoli, che dopo essere stato tradito da due fratelli narcotrafficanti, in passato a lui vicini, e dopo aver perso tutto (famiglia e collega di lavoro) decide di sgominare la "Federacion" (la banda dei narcotrafficanti) usando ogni mezzo, lecito ed illecito, fino a renderlo l'unico motivo della sua vita. Nel romanzo non c'è un protagonista, tutti sono protagonisti e tutti sono comparse nella vita degli altri, così come non c'è un buono e non c'è un cattivo, ma tutti diventano buoni o cattivi a seconda delle circostanze, e forse è proprio questa instabilità ed incertezza che riesce a tenerti sempre incollato alle pagine, dalla prima alla settecentesima. Vero è, come ho letto da qualche parte, che alcune volte ci sono delle imprecisioni temporali riguardo determinati avvenimenti storici, ma poca roba se alla fine pensiamo che non si tratta di un documentario ma di un romanzo. Lo stile è scorrevole e diretto, non mancano le scene forti, narrate con dovizia di particolari e con grande precisione (omicidi e squartamenti compresi). Tipiche nonchè stupende le proposizioni brevi, di 5/6 parole massimo, con cui spesso l'autore conclude i paragrafi, esplicative ed azzeccate più di mille altre parole. In sostanza, a mio avviso, uno dei noir più belli di sempre. Imperdibile.
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