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BENTORNATA KAY!
Nel corso degli anni ho letto tutto della Cornwell, mi è sempre piaciuto il personaggio di Kay Scarpetta e le vicende ad esso correlate.
Una nuova indagine rimette sul campo, la stessa Scarpetta, il marito Benton Wesley, l’investigatore Pete Marino e la nipote Lucy, tutti coinvolti in modi e tempi differenti nella soluzione di tre diversi casi di omicidio di donne, apparentemente senza punti di contatto tra loro..
Non mi dilungherei particolarmente su parti della trama, che, per chi ama questo genere di letture, si svolgono sempre secondo lo schema: ritrovamento del/dei corpo/i, autopsia, indagine e soluzione, ma sulle impressioni e commenti del lettore.
Riconosco lo stile di scrittura della Cornwell, sempre ricco di particolari, che descrive minuziosamente azioni, tecniche di indagine, ma anche vicissitudini e stati d’animo degli stessi personaggi. Sempre molto attenta alla costruzione della storia, basando il suo scrivere su ricerche approfondite legate ai temi trattati (e questo mi piace molto!).
Non è un libro con un autore che scrive, ma si capisce che non sa di cosa scrive…. (quanti ne girano ultimamente?!)
Avere di nuovo a che fare con Scarpetta e C. è come ritrovare “vecchi amici”, che non vengono tratteggiati dall’autrice sempre seguendo i medesimi clichè in ogni libro, ma vanno incontro ad evoluzioni caratteriali e comportamentali, non sempre positive,ma proprio per questo più realistiche.
Abbiamo così una Kay Scarpetta in piena crisi di mezza età, che prova attrazione per un giovane anatomo-patologo assunto da poco, che sembra cerchi una confidenza diversa da quella professionale; la grande dottoressa proietta sul marito le proprie frustrazioni e debolezze, manifestando gelosia nei confronti di una giovane collaboratrice di Benton stesso.
Abbiamo Marino che cerca conforto alla propria solitudine attraverso conoscenze instaurate per via telematica, non disdegnando talora qualche bicchierino di troppo…
C’è la nipote Lucy che riallaccia i rapporti con un passato amore, ma che non confida nulla a zia Kay fino all’epilogo.
Personalmente il libro mi ha conquistata più per le evoluzioni dei “soliti” personaggi che per la vicenda in sé, che assume un ruolo di secondo piano, con un omicida del tutto inesistente.
Quindi meno colpi di scena da parte dei “cattivi” e più curiosità nei confronti dei nostri cari vecchi amici, hanno reso la lettura piacevole e sicuramente scorrevole.
Mi viene proprio da dire: “Bentornata Kay” mi piaci sempre tanto!!
Buona lettura
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Commenti
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@Francesca: E' proprio vero le brutte abitudini sono dure a morire!! Eh!Eh!Eh!
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