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La mente ferita
Un giallo decisamente atipico in quanto l'assassino non è da scegliere fra una rosa di sospetti come avviene abitualmente nel genere, ma viene seguito attraverso un misterioso percorso finalizzato, passo dopo passo, a rivelare qualche dettaglio, qualche elemento in più, che ci porterà a guardare in faccia il suo passato e il suo presente.
Questo romanzo non ha un protagonista: sono molte le teste in cui Nesser di volta in volta entra, descrivendo la loro anima, i loro pensieri. Da Monica, giovanissima amante di un uomo adulto, sedicenne emarginata ma profondamente sensibile, ad Anna ed Ester, due trentacinquenni in carriera che trovano un modo alternativo per conoscere umini, al commissario Van Veteren, che si presenta come un uomo rude, disposto a fare il diavolo a quattro per un'oliva in un panino.Sebbene il narratore sia esterno ed onniscente, sembra di sentire un coro di tutte queste voci, che continuamente si passano il testimone della trama.
Questo romanzo invita ad una riflessione profonda sul valore dell'intelligenza e della cultura: valori importanti nella vita di qualunque individuo, ma che rischiano di arrecare un danno nel momento in cui non trovano un aggancio nella vita relae, nel momento in cui l'individuo sceglie per qualche motivo di isolarsi.
Quindici anni fa, non si sapeva ancora nulla sulle cinque ferite dell'anima (rifiuto, abbandono, umiliazione, tradimento e ingiustizia). è un peccato, in quanto una di esse ha un ruolo fondamentale nel romanzo, e avrebbe meritato di essere approfondita di più.
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