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La famiglia Corleone – Commento di Bruno Elpis
Il romanzo vuole essere il prequel de “il Padrino”, il best seller di Mario Puzo che venne trasformato in capolavoro cinematografico da Coppola, anche grazie alle indimenticabili interpretazioni di Marlon Brando e Al Pacino.
La trama è presto liquidata: a New York, nel 1933, le gang criminali devono fare i conti con la fine del proibizionismo. La guerra infuria tra i vari clan per il controllo degli affari. Vito Corleone si preoccupa per il futuro della propria famiglia. In particolare Vito vorrebbe che il figlio maggiore Sonny (gli altri sono ancora piccoli e ignorano la reale attività del padre) diventasse un onesto uomo d’affari. Ma Sonny vuole seguire le orme del padre e diventare parte del vero business di famiglia.
Il romanzo è suddiviso in due parti.
La prima s’intitola “Mostro”. Mostro è Luca Brasi (solo lui?), un personaggio che – come molti altri – si troverà ne “Il padrino” e che viene ricondotto da Vito nel proprio clan.
Luca ha commesso mille atrocità (il parricidio in tenera età e un infanticidio nel corso della narrazione) e don Vito lo strappa al carcere di Sing Sing. Con lui stipula un patto scellerato:
“Hai ucciso tuo padre per salvare tua madre e poi hai ucciso l’uomo con cui tua madre lo tradiva. In fondo, ti sei comportato come un uomo d’onore”…
“Vivo nello stesso modo in cui vivi tu, Luca, e sappiamo tutti e due che questo mondo è dominato dal male. Ho bisogno di uomini che mi aiutino a estirparlo”…
“Ho ucciso … mio padre … e mio figlio. Chi mai vorrebbe allearsi con il diavolo?”…
“Voglio che tu sia il mio diavolo”.
Nella seconda parte, intitolata “Guerra”, i capi delle cosche s’incontrano. Nella riunione tra i capifamiglia, il potente Giuseppe Mariposa si candida a mantenere il controllo degli affari clandestini, garantendo l’equilibrio tra le cosche.
“Sono contento della protezione che ci offre don Mariposa … Paghiamo una piccola percentuale e risparmiamo il costo di una guerra …”
Credo che l’esperimento di riesumare la saga possa considerarsi riuscito, pur tra mille atrocità e con un risultato che va a nostro discapito. Riusciremo mai a scrollarci di dosso il cliché dell’italiano mafioso? L’esperimento di Ed Falco – ahinoi – agisce in senso opposto, rivitalizzando prototipi che nocciono alla nostra immagine e ripropongono una mentalità nella quale non ci riconosciamo e che rifuggiamo con orrore.
Bruno Elpis
Indicazioni utili
Sconsigliata a chi non tollera le atrocità.
Commenti
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Un po' come spremere un'arancia già spremuta. :)
Ciao Gracy
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