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Dov'è l'inganno?
Allora allora, dove cominciare?
Forse dicendovi che non sono una lettrice di thriller e nonostante ciò mi ha entusiasmata facendomelo finire in breve tempo? Un libro che fa quest'effetto pregi deve pur averli!
In verità l'ho comprato al volo, senza nemmeno sapere che genere fosse, attirata dal personaggio su cui l'autore ha indagato ogni virgola e graffetta: William Shakespeare.
Ma chi è davvero questo tizio?
Parto avvantaggiata, dato che non conosco bene il Bardo (orrore! Perdonatemi) ciò che l'autore ha propinato per me ha assunto toni non proprio impossibili.
Underwood, avvalendosi di numerosi documenti e di argute connessioni crea una storia mirata non tanto a tenere il lettore col fiato sospeso, quanto a stimolarne la curiosità.
Ma in fondo, chi non è stuzzicato quando si insinua che Shakespeare sia un impostore?
Mi è piaciuto davvero: un'attenta analisi, una acuta osservazione, teorie non proprio inverosimili (ovviamente l'opera è di pura fantasia, se cercate la 'verità' non pensateci neanche!) che attirano l'attenzione, ti invogliano a proseguire per trovare qualche nuovo, succulento punto di vista.
Come ho già detto, l'obiettivo principale non è certo quello di far venire l'ansia al lettore, l'unico scopo credo sia quello di dilettarlo offrendo nuove interpretazioni, le novità risultano saporite ad ogni palato.
Buona la caratterizzazione dei personaggi, nulla di complesso né scontato, simpatizzano facilmente con lettore (non proprio tutti....) agevolando la lettura tra i numerosi punti interrogativi non sempre facili da seguire; infatti, nonostante lo stile lineare la scorrevolezza non è eterogenea, a causa di varie speculazioni a volte si arriva a periodi più pesanti un po' noiosetti. Tuttavia, un po' di pazienza, si supera facilmente.
Belle le descrizioni, leggere ma utili allo scopo, belle le ambientazioni (l'Inghilterra ha sempre il suo fascino), piuttosto scialbe invece sono le motivazioni dell'opposizione tra 'innovatori' e 'conservatori', un aspetto non troppo approfondito.
La fine sembra un po' troppo svelta, alcuni passaggi sono accennati e non debitamente conclusi, altri un po' caotici.
In definitiva un thriller 'con riserve', potrebbe dilettarvi molto se come me non frequentate il genere.
Superato qualche scoglio ostico e con la giusta dose di buoni propositi (e senza troppe pretese) la lettura risulterà gradevole, accattivante e sostanziosa.
Consigliato
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Commenti
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gracy ora dimostro la mia ignoranza, cos'è la NC?
Meno male che ho detto che il parere è molto soggettivo... :)))
Oh, aspetta, ti riferirci alla Newton Compton?
Beh come vedi non dico né più né meno, non leggo thriller e dunque vado a sensazioni.
Più che altro mi ho apprezzato il confronto tra Shakespeare e Marlowe... molto artificioso, ma non avendo letto Dan Brown & co. non so neanche quanto siano simili...
Basta che mi è piaciuto, ahaahahah :)
Forse dipende dai generi!
Per quanto riguarda le mie scelte, beh, dipendono molto dal portafogli ahaahahahah!!!
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