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Il viaggiatore del giorno dei morti
 
Il viaggiatore del giorno dei morti 2013-02-08 19:21:06 shameryam
Voto medio 
 
4.5
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
shameryam Opinione inserita da shameryam    08 Febbraio, 2013
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Il viaggiatore di Simenon

Non confronto nè esprimo giudizi, manifesto solo le mie sensazioni su questo libro.
Atmosfere umide dense di salsedine, nebbiose e fondamentalmente crepuscolari. L'opera inizia e si conclude con una luce legata a un'ora tarda, quasi un notturno.
Ambientato a LaRochelle, cittadina portuale sulla costa atlantica francese, anch'essa all'inizio raggiunta con un cargo alla vigilia del giorno dei morti ( Le voyageur de la Toussaint ) e alla fine lasciata.
Inizio e fine si rincorrono sempre come se fosse il romanzo di tutta una vita e invece è solo quello di una stagione della vita del giovane Gilles Mauvoisin.
Ci si accorge che il sentimento più importante dell'uomo, l'amore, non è legato a un filo naturale e scontato ma insorge e prorompe in situazioni inaspettate e difficili, al di fuori di qualsiasi razionalità personale e convenzionalità ambientale.
Si conferma come il bene supremo della persona, la libertà, non può essere vincolato da legami intrecciati all'apparenza nè a condizioni economiche che la riducono a merce di scambio.
L'abitudine è un lento spegnersi, l'incertezza della vita, c'è chi la chiama avventura, è una forma di autodeterminazione per poter dire: io esisto, io vivo.
Una comunità, quando è raggiunta dall'esterno senza mezzi termini, dal mare appunto, è sempre una dura realtà con la quale bisogna fare i conti, se poi, si raggiunge anche per acquisire una eredità di potere sulla stessa, può diventare letale.
Lo è stato, e lo potrebbe diventare per Gilles, per un progressivo e inesorabile falso senso di colpa che, come un veleno, gli uomini di potere vogliono instillargli per nascondere e proteggere i loro sporchi interessi.
E allora è ammesso il baratto, lo scambio, in questa situazione ricattatoria del potere,anche al prezzo di un venir meno dei propri principi che poi, a pensarci bene, sono sempre quelli degli altri.
Sembra che Simenon ci voglia far capire che in questa vita non ci possono essere pulpiti per declamare la propria moralità con il potere, e il suo rifiuto, la sua negazione, sopratutto se condivisa con qualcuno accanto, è dolcissima, unica e impagabile.

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