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Quaranta modi per dire dolore
 
Quaranta modi per dire dolore 2013-02-07 18:59:06 GLICINE
Voto medio 
 
3.0
Stile 
 
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Contenuto 
 
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GLICINE Opinione inserita da GLICINE    07 Febbraio, 2013
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IL "GUSTO" DELLA TORTURA

Primo libro che leggo di Blunt, romanziere e sceneggiatore, non di recente uscita (2001).
Quasi 400 pagine che si leggono speditamente. Ad un’analisi superficiale, lo scheletro della vicenda sembra sia comune alla maggioranza dei libri del genere; in realtà la storia si sviluppa su più fronti e non è così scontata, ci sono particolari tratti di alcuni personaggi che definirei finezze…
Siamo ad Algonquin Bay nell’Ontario, freddo polare, tutto è ricoperto da neve e ghiaccio, su un piccolo isolotto nel bacino di un lago ghiacciato viene rinvenuto il cadavere di una ragazzina, Katie Pine, scomparsa da tempo, congelato e barbaramente mutilato.
I “buoni” sono rappresentati da una coppia di Investigatori particolare; lui John Cardinal, bravo nel suo lavoro, sposato con Catherine spesso ricoverata in cliniche per curare la grave sindrome depressiva che la affligge, ha una figlia al college negli Stati Uniti.
Lei, Lise Delorme, bella e giovane agente in forze alle Indagini Speciali, affidata ora a Cardinal per investigare in merito a questo brutale delitto.
Come mai proprio ora viene affiancata a Cardinal una figura delle Indagini Speciali? Forse sta indagando su di lui sotto copertura? Cosa potrà mai nascondere John Cardinal?
Nel frattempo viene rinvenuto in una casa abbandonata il cadavere di un altro ragazzino anch’esso orrendamente mutilato. Nel piccolo centro di Algonquin Bay possibile che si aggiri indisturbato un serial killer?
Altro filone della storia che corre parallelamente alle indagini è il serial killer stesso, alle prese con la terza potenziale vittima. Viene descritta la casualità dell’incontro, la decisione improvvisa di porre in essere il rapimento e la prigionia del giovane….
La vicenda è ben descritta, come le ambientazioni, i personaggi sia principali che secondari si muovono con padronanza sulle varie scene, l’unica pecca, a mio parere, risulta essere che non vengono sondate profondamente le caratteristiche psicologiche del carnefice, il suo vissuto, tutto quello che ha portato Fraser ad essere l’assassino disturbato che è…… Ma siamo proprio sicuri che sia solo lui il carnefice? Siamo proprio sicuri che la storia sia tutta qui?
Blunt si è rivelato un discreto scrittore ed un ottimo sceneggiatore a mio avviso.
Buona lettura!

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Bravissima Francy!
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GLICINE
08 Febbraio, 2013
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Grazie Magical! :)
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