Dettagli Recensione
Prostituzione al mercato letterario
Un romanzo dai temi importanti con una trama che cade nella banalità.
Contiene riflessioni critiche sulla società e sulle domande insite nell'uomo: vale la pena combattere per qualcosa anche quando l'umanità è ormai allo sfascio? La morte è veramente il capolinea dell'anima? E così via. Non mi dilungo ulteriormente su domande esistenzialiste.
Nonostante l'altisonanza di alcuni temi, questo romanzo - mi dispiace ammetterlo - ha una trama banale quanto una scrittura "sbrigativa".
L'amore in un contesto "Terra post Apocalisse" ci può anche stare, un po' scontato ma vabbè. Il personaggio principale R, capace di riflessioni profonde, è controbilanciato da una Julie che è lo stereotipo della ragazza del XXI° secolo: orfana di un genitore, problemi di droga/alcool, padre distaccatamente affettuoso, lei che rifiuta di avere un legame intellegibile con lui, ragazza di facile costume, superficiale, che vive alla giornata, problematica in generale e ovviamente carina, magra ecc. Sia mai che abbiano un difetto fisico queste "eroine". Insomma... Non ha nulla di speciale che non si sia già letto in altri libri. Mi sembra un personaggio ovvio, ecco.
Interessante l'idea di una società di zombie che, nonostante non abbiano ricordi, ricostruiscono a modo loro una società simile a quella dei vivi. Stupendi i tentativi di R di ricercare un'identità attraverso un nome ormai dimenticato, attraverso l'abbigliamento e una lettura ormai impossibilitata dal fatto che le parole appaiono ormai solo come grafemi senza un senso.
Banale la love-story tra la Julie e il "mostro". Mi sembrava di rileggere Twilight: lui che mangiando il cervello del trapassato fidanzato si innamora di Julie, riconosce il suo odore tra quello di mile altre persone, non la vuole mangiare, deve proteggerla... Uff! Che noia! Mi sarebbe veramente piaciuto se con un colpo di scena R avesse zittito i dialoghi di Julie (che contengono nel 90% dei casi sempre la stessa imprecazione) per il resto del romanzo.
Sinceramente l'ho trovata una forzatura per far si che il libro vendesse di più. Non credo che il solo contenuto di elucubrazioni mentali sarebbe riuscito a produrre un film... Per adolescenti in crisi ormonale.
Lo stile non è il massimo. Mi è sembrato frettoloso, come se l'autore avesse fretta di arrivare alla conclusione e quindi deciso di elidere nella corsa descrizioni del paesaggio apocalittico, maggiori dettagli dell'aspetto dei personaggi, pensieri/sensazioni dei personaggi oltre a quelli del protagonista, intere scene in alcuni punti. Qualche descrizione in più non avrebbe guastato, anzi certe scene avrebbero avuto una connessione più logica ma soprattuto... Ci sarebbe stata una connessione!
Concludo dicendo che, sebbene lo abbia descritto come un autentico schifo, consiglierei la lettura di questo testo almeno solo per il filo di filosofia che di fondo c'è.
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I voti li ho dati in base al punto di vista con cui ho letto il romanzo che è quello della filosofia/società e relativa critica, accantonando tutto il resto che non mi è piaciuto (love-story e compagnia).
Sotto questo focus mi sono permessa di "non essere coerente" tra commento e voto. Perdonami :)
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