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“RICORDATI DI DIMENTICARE”
Settembre 1972. Una giovane ragazza, Hanne Elisabeth Wismer, scompare improvvisamente in un campeggio norvegese: il suo vestitino a fiori viene ritrovato poco distante, ma del corpo nessuna traccia… si pensa sia stato gettato in acqua e che i pesci abbiano compiuto il resto.
Luglio inoltrato, più di trent'anni dopo. Britt Else Buberg è una donna sulla cinquantina, maniaca della pulizia, non ha molte conoscenze, se non una vecchietta che abita nella casa di riposo vicino al suo palazzo e con cui s’intrattiene spesso nelle giornate che scorrono tutte lente e uguali le une alle altre; questo almeno finchè non muore precipitando dalla veranda di casa sua, sita al sesto piano della periferia di Oslo. Suicidio o omicidio? La polizia sembra propendere per il secondo, poiché dei testimoni hanno visto una persona sollevare di peso la donna.
Contemporaneamente scompare una ragazzina, Lilly Rudeck, lavoratrice stagionale che vive in una baracca sulla spiaggia vicino a quell'area di campeggio dove negli anni settanta era avvenuto un delitto che pare essere del tutto analogo, data l’inquietante somiglianza delle due giovani donne.
Saranno Cato Isasken, Marion Dahle e il resto della squadra della omicidi, a indagare sugli eventi accaduti: c’è un collegamento tra le due scomparse distanti più di quarant'anni? Che cosa nascondeva dietro quella frase segnata sul frigorifero (“Ricordati di dimenticare”) Britt Else Buberg? E' stata spinta o si è gettata da sola dal sesto piano? Riuscirà Cato a mettere da parte l’antipatia per Birka, il cane di Marion, e lavorare con lei senza inutili polemiche??
Questo è il secondo libro che ha come principali protagonisti Cato Isasken e Marion Dahle: in esso si sviluppano i caratteri e le storie dei singoli individui della squadra e inizia a delinearsi un qualcosa di strano, che non rivelerò qui, ma che mi è sembrato un po’ banale e ovvio; aspetterò di leggere il terzo libro per pronunciarmi a riguardo, sperando che i miei timori vengano disattesi dall'autrice!
Per il resto è un giallo che si legge volentieri, ha un ottimo intreccio, forse a volte è un po’ troppo caotico, per via dei numerosi nomi norvegesi che si confondono nella mente e per cui si fa fatica ad assimilare un’azione a un protagonista; ultima nota di biasimo: il finale… non l’ho capito! Perciò invito alla lettura del libro per un confronto su di esso!
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