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Uno stile che rapisce
Quando ho acquistato questo libro, ero andata in libreria con lo scopo di cercare uno di quegli adorabili libri con le pagine di cartone spesse 1 centimetro da regalare al mio nipotino; a missione compiuta, ho dato una rapida occhiata ai saggi prima di andar via e nel mucchio, fuori posto come ad auto-imputarsi una valenza saggistica, “Follia” di McGrath ha immancabilmente attirato la mia attenzione.
Di solito più che comprare libri, preferisco “adottarne” qualcuno in biblioteca, ma stavolta ho fatto un’eccezione, quasi avessi paura a lasciarlo lì tutto solo in mezzo ai suoi pretenziosi cugini Saggi.
Ebbene, quando è l’istinto a parlare di solito vale la pena di ascoltarlo.
La trama si sviluppa in un intreccio narrativo che più che sorprendere colpendo alle spalle dopo un incipit in sordina, come forse mi aspettavo, mi ha accompagnata tenendomi per mano nello snodarsi di eventi tanto tragici quanto ovvi e inesorabili.
L’atto di svolgimento di avvenimenti drammatici è sbrigato in poche essenziali battute, mentre l’attenzione spasmodica dell’autore è tutta rivolta alla fitta rete dei retroscena, che giustificano l’inevitabilità di quanto accade, tirando fuori il lettore dalla sua solita nicchia del “ma chi se lo aspettava?!” e privandolo della possibilità (di consueto offerta su un piatto d’argento) di identificarsi e poi “soffrire” con i protagonisti, inserendolo viceversa gradualmente e sapientemente nella lucida prospettiva dell’interpretazione psichiatrica.
Tuttavia a poco a poco tale lucidità lascia intravedere qualche falla che apre al lettore una strada interpretativa indipendente, inducendo a mettere in dubbio l’oggettività della voce narrante; così ci si trova come in un gioco di specchi a improvvisare un proprio tentativo di psicanalisi di chi scrive, in un cambio repentino e disarmante di prospettive.
Qualche parola sullo stile: scorrevole e trascinante come un fiume in piena, mai barocco, sempre coinvolgente nella sua linearità; l’assenza dei consueti fronzoli non concede distrazioni al lettore, e a mio avviso sono questi gli strumenti che permettono a McGrath di avvolgerci tutti con sé nel perverso e soffocante manto di un amore folle.