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Lansdale pittore
Dopo aver letto questo libro penso di poter dire che Lansdale "dipinge" con le parole, un quadro a tinte fosche, dai colori che ti colpiscono più del tratto. I temi sono quelli a lui cari con qualche divagazione sul tema della diversità, in un'America ancora ammorbata di razzismo tre ragazzi e la madre di uno di loro abbandonano una vita dove le uniche certezze sono le botte, i soprusi e l'infelicità per andare incontro all'incertezza che almeno porta con se un pò di speranza. Il simbolo di tale speranza non può che essere la città dei sogni per molti : Hollywood, sebbene il motivo per cui ci vanno sia meno prosaico del solito, seppellirvi le ceneri di una loro amica trovata assassinata e del cui omicidio nessuno si cura.
La trama non è particolarmente complessa, anzi è perfino banale, il bello è l'atmosfera creata da Lansdale : l'umido che ti penetra nelle ossa, il fiume Sabine affascinante e pericoloso, una via verso la salvezza ma anche un modo per lasciarci rapidamente la pelle, una natura selvaggia di cui avere un sano timore. In questo scenario si muovono personaggi tratteggiati con vigore (Jinx su tutti) e altri che sembrano presi da un racconto dell'orrore (Skunk) , le pagine relative alla vecchia solitaria nella capanna sono pennellate d'autore, precise e spietate. A tratti ho l'impressione che il buon Joe vada col pilota automatico sui temi (razzismo, donne maltrattate, falso perbenismo) ma il modo in cui scrive lo assolve in pieno, descrive e fa vivere l'America rurale, in particolare il Texas, della grande depressione come pochi hanno saputo fare prima di lui.
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