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Il gioco degli occhi
 
Il gioco degli occhi 2012-11-09 11:55:56 andrea70
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
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Piacevolezza 
 
4.0
andrea70 Opinione inserita da andrea70    09 Novembre, 2012
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Cacciatore o preda ?

Fitzek ama giocare con la psiche , la suggestione, l'ipnosi e tutte le loro implicazioni.
Questa volta scrive un thriller a più ampio respiro dove questi argomenti sono presenti ma in maniera diversa rispetto al passato, cambia il loro rapporto con i protagonisti.
Un sadico killer rapisce i bambini dopo aver assassinato le madri e da ai padri un tempo di 45 ore per ritrovare il figlio, altrimenti ucciderà il bambino dopo avergli asportato l'occhio sinistro.
E' un macabro gioco contro cui lottano la classica coppia poliziotto buono-poliziotto cattivo, un ex agente di polizia che ora fa il giornalista investigativo, Zorbach, e una massaggiatrice cieca , Alina, che toccando i pazienti "vede" avvenimenti che li riguardano.
Il giornalista segue le tracce del killer attraverso la pista creata dalle visioni della giovane cieca, che manco a dirlo è pure bella, indipendente , straordinaria e indovinate in quale letto finisce ? (Ah Fitzek dai...e si che la fantasia non ti manca...).
Tutto il romanzo è basato sul contrasto tra un "dono" non convenzionale come può essere quello di Alina e il fatto di crederci o meno su cui si basa l'indagine del giornalista che mette a repentaglio la propria vita in quanto tanti elementi sembrano addirittura indicare che sia lui il misterioso killer soprannominato "cacciatore di occhi" per il macabro modo di torturare le vittime.
Zorbach ingaggia un doppio duello contro la polizia che lo ricerca ritenendolo sempre più coinvolto a causa delle prove a suo carico che qualcuno ha disseminato, e contro il tempo scandito dal folle gioco del "collezionista" , per cercare di ritrovare sani e salvi due bambini rapiti.
Dunque il giornalista diventa al tempo stesso cacciatore e preda, ma qual'è veramente il suo ruolo ?
Forse qualcuno ha commesso un grossolano errore , un errore che rischia di costare caro...come sempre Fitzek ci regala un finale serrato pieno di colpi di scena e in questo caso apre anche ad un eventuale seguito.
Ci sono un pò di stereotipi del genere ma in generale è un buon romanzo che avvince , rispetto ad altri lavori di Fitzek il ritmo è meno veloce, ci sono meno cambi di prospettiva e mancano quei colpi di scena ogni tre pagine che hanno reso inverosimile e poco "digeribile" un romanzo come "Schegge", qui almeno i personaggi hanno un minimo di caratterizzazione.

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