Dettagli Recensione
L'estate della paura
Un libro legato all’estate sin dal titolo ;-)
Pochi scrittori hanno il grande pregio di saper passare da un genere all’altro, risultando convincenti ed ottenendo ottimi risultati. Dan Simmons, specializzato e famoso, soprattutto per il genere di fantascienza, con L’estate della paura si è messo alla prova con il genere horror ed ha stupito anche Stephen King il quale non si è potuto trattenere dal dire: “Uno dei pochissimi libri che non si può non leggere … mi sento in soggezione nei confronti di Dan Simmons.”
È una sensazione che, a mio avviso, prova anche il lettore che si sente come se stesse realmente leggendo un romanzo di Stephen King. È un grande Dan Simmons nell’averne imitato lo stile, pur rimanendo originale nella sua creatività e nel suo modo di narrare.
Questo romanzo, scritto nel 1991 e riedito, per la prima volta, in versione integrale in Italia, è anche un romanzo di formazione. È la storia di cinque ragazzini (Mike, Duane, Dale, Harlen e Kevin) e di un mistero che ruota intorno alla vecchia scuola del paese. È il 1960, quando inizia la storia. Il suono della campana avverte che le lezioni finiscono definitivamente per l’edificio, perché è l’ultimo giorno di scuola, ma anche perché nella Old Central non ce ne saranno altre. Invece, per quel gruppo di ragazzi, in quel paesino di contadini, sta per iniziare un’avventura che cambierà le loro esistenze, li farà maturare intimamente e all’improvviso, ma farà correre loro anche grandissimi rischi. Non tutti riusciranno a sopravvivere a quella terribile esperienza. Proprio loro che, per gioco, hanno formato la pattuglia in bicicletta per vigilare sulla sicurezza del loro microcosmo e per passare spensieratamente impegnati il tempo libero, scoprono che la realtà è molto diversa e che qualcosa di oscuro e malvagio minaccia l’apparente tranquillità di quel paesino di campagna e reclama ingenti tributi di sangue.
La luminosità iniziale delle pagine, caratterizzate dal sole estivo e dalla polvere in cui i ragazzi giocano a sentirsi adulti, si alterna al buio della notte, dove strane e minacciose fluorescenze mostrano una realtà che tutti credono impossibile. I ragazzini rischiano di non essere creduti, se raccontano ciò che hanno visto e ciò che li spaventa. Nonostante tutto, fanno squadra e vogliono lottare contro il male che aleggia nell’aria e si nasconde dentro le ombre. È un mistero legato a qualcosa che risale a molti secoli prima. Sebbene i piccoli protagonisti siano molto giovani, non mancano ricerche approfondite in ambito storico per svelare l’origine del male, perché anche nel gruppo c’è sempre chi si distingue.
L’apparente serenità, che caratterizza i primi capitoli, si trasforma presto nell’orrore che domina la maggior parte delle pagine ed è sempre presente. Il coraggio o l’irresponsabilità dei protagonisti costringe il lettore ad affezionarsi a loro e a rimanere con il fiato sospeso, mentre segue l’evolversi delle loro azioni, dettate dall’immaturità della giovane età. Ognuno diverso, ognuno con la sua personalità e le sue peculiarità, nell’agire e nel dare risposte. Per ognuno di loro ci sarà un incubo e un pericolo cui tentare di sopravvivere. Se all’inizio la lentezza del libro era voluta soprattutto per creare l’atmosfera di routine che poi verrà sconvolta, nel momento in cui inizia ad insinuarsi la paura, il ritmo aumenta e ogni pagina riesce a creare un incubo da cui è difficile liberarsi.
Se non avete paura del buio ed apprezzate i romanzi horror, questo libro è ideale per voi, soprattutto nella versione integrale proposta da Gargoyle, che è pregevole anche perché ha l’interessante postfazione dello scrittore e saggista Riccardo D’Anna che sviluppa le tematiche e ne approfondisce la trama con vivaci spunti culturali.
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Complimenti per la recensione, mi ha incuriosito ed è stata una gran bella sorpresa.