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Cappuccetto rosso vieni vieni qua!
Tutto parte da un omicidio efferato, viene trucidata a colpi di rasoio una bambina nei pressi del bosco di Magendorf, vicino a Zurigo, si scopre un reo confesso e il caso sembrerebbe chiuso, invece il commissario di polizia Matthai intuisce che oltre ogni ragionevole dubbio l’assassino non è lui e promette di trovare il vero colpevole.
Ecco il requiem del giallo im-perfetto! Il delitto perfetto e le indagini più insolite, Durrenmatt confeziona un gioiello letterario che racchiude tutte le difficoltà giudiziarie che le indagini incontrano con la logica e che il fallimento o la risoluzione dipendano dal caso. Non è un caso che il commissario metta in gioco tutta la sua carriera e che gli eventi vengano raccontati con tanto distacco e angoscia fino a ribaltare le regole della normale indagine, impersonando la figura dell’eroe e dell’antieroe assieme. Pubblicato nel 1958, mi fa pensare ai delitti di casa nostra che ancora non hanno un colpevole e che Durrenmatt ci abbia voluto lasciare una piccola eredità sui “gialli” utilizzando una prosa appagante che da spazio al lettore di fare un’attenta analisi attraverso la razionalità e la capacità di critica, dove l’uomo malgrado si sforzi a cercare la perfezione deve fare i conti con il caso e che fare promesse è sempre rischioso.
“Dobbiamo guardarci dal considerare questi fantasmi come fossero qualcosa "in sé," come se si trovassero fuori dello spirito umano, o, peggio ancora: non commettiamo lo sbaglio di considerarli come un errore evitabile, sbaglio che ci potrebbe indurre a condannare il mondo in una sorta di morale caparbia e dispettosa, qualora tentassimo di imporre una visione perfettamente razionale delle cose, giacché proprio la sua perfezione assoluta costituirebbe la sua menzogna mortale e un segno della peggiore cecità. Mi perdoni questo commento introdotto a metà della mia bella storia, un commento certo discutibile per un filosofo, lo so, ma deve concedere ad un vecchio come me di fare le sue considerazioni su ciò che ha vissuto, per quanto approssimative esse siano. E dopo tutto, benché io provenga dalla polizia, mi sforzo comunque di essere un uomo e non un bue.”