Dettagli Recensione
Top 500 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
Un giallo sulla e della letteratura
"La nostra realtà, allora, è soltanto...la finzione...di qualche scrittore?" (pag. 228).
Morti misteriose, apparentemente naturali, nella libreria Il Papiro, che però catturano l'attenzione dell'Agenzia di sicurezza nazionale. I dejà lu del poliziotto incaricato delle indagini. La storia d'amore tra lui e Vera, la proprietaria. Il nido accogliente di una sala da thè, dove si può gustare una bevanda ai fichi che stimola la conversazione. Sono gli elementi che fanno da appiglio e da contorno a una storia che ha per protagonista assoluta la letteratura. E' sbagliato pensare di avere a che fare con un giallo tradizionale. Forse, questo romanzo di Zoran Zivkovic, che viene da studi di filologia e teoria della letteratura all'Università di Belgrado, non è nemmeno ascrivibile al genere giallo. E' piuttosto un affascinante viaggio all'interno del libro in sè. "Com'è l'ultimo libro?" si legge a pag. 77 in un dialogo tra l'ispettore Lukic e il professore, assiduo cliente della libreria e apparentemente in possesso della soluzione all'enigma, "Non lo so. Nessuno lo sa. Ed è proprio questo il guaio più grande. Ogni volta è diverso. Lo si riconosce solo quando è già troppo tardi".
L'ultimo libro uccide. Ci vorrà il sacrificio di alcune vite, l'inseguimento di piste ogni volta fallaci, paure e discussioni, prima che l'autore ci faccia scivolare verso la soluzione, in cui il protagonista ritrova se stesso.
"Se ci rifletto seriamente, come si conviene a un ispettore di polizia, come potrebbe esistere un libro nel quale viene descritto quello che mi succede in questo preciso momento?" (pag. 57). Ma è proprio questa la chiave per comprendere gli eventi, concatenati in un gioco letterario che tiene col fiato sospeso e fa riflettere. Per gli amanti dell'artificio delle parole.