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LA CAVERNA DELL'ORRORE
“La vita è così. Non ci si rende conto di cosa succede finchè non si rallenta per guardare meglio”.
E' notte sulla 316 di Conyers, Georgia; Judith e suo marito Henry stanno rientrando a casa dopo una festa per il loro anniversario di matrimonio organizzata dal loro amato figlio Tom.
E' buio, Henry mantiene il limite di velocità per paura che qualche animale gli attraversi la strada d'improvviso... è concentrato alla guida quando d'un tratto sterza bruscamente perchè qualcosa si è buttato in mezzo alla strada... ma non è qualcosa, bensì qualcuno: una donna svestita con orribili e tremende ferite inflittele prima dell'impatto. Da dove è sbucata? Perchè non ha visto la macchina arrivare? Perchè il suo viso è sfigurato da lividi e il suo corpo è martoriato da ferite inimmaginabili?
Will Trent e Faith Mitchell (rispettivamente “un dislessico lunatico e una cicciona diabetica a cui mancano i rudimenti della contraccezione”), si ritrovano a dover indagare su questo orrendo caso, in cui saranno coadiuvati, volenti o nolenti, da Sara Linton, giovane dottoressa del pronto soccorso dell'ospedale di Grady (dove viene ricoverata la vittima dell'incidente), nonché ex medico legale, con un passato recente molto triste, che sta cercando di superare con tutta se stessa.
La situazione si complica quando altre donne simili ad Anna, la giovane investita, spariscono nel nulla dall'oggi al domani, senza che parenti o vicini di casa reclamino o facciano notare la loro assenza. Saranno legate da qualcosa di particolare? Dal colore degli occhi o dei capelli? Dal fatto di essere donne in carriera senza alcun legame affettivo?
Chi è questo pazzo che rapisce le donne, le tortura, le priva di ogni dignità trattandole alla stregua di mera spazzatura?
Will e Faith dovranno scoprirlo, affrontando non solo i problemi del caso e il coinvolgimento emotivo che ne consegue, ma anche altri fattori personali, che rischieranno di prendere il sopravvento distraendoli dal loro lavoro di detective.
Un thriller decisamente riuscito, nonostante la sua lunghezza, si legge con piacere, ti coinvolge appieno e ti lascia col fiato sospeso fino all'ultima pagina: niente è certo; niente è ovvio; niente è garantito.
I personaggi sono delineati nei minimi dettagli, Will col suo problema “tecnico”, Faith col suo problema personale e Sara col suo dolore e con la sua nostalgia del passato, ci rendono partecipi della loro vita e non ci nascondono nulla, nemmeno i loro lati caratteriali più nascosti, più deboli, più… umani. Questo è uno dei grandi pregi di questa scrittrice: caratterizzare i personaggi in modo tale che sia assolutamente impossibile non soffrire per loro e con loro, non lottare insieme a loro, non tirare un sospiro di sollievo con loro.... per non parlare del sorriso che strappa leggere che un uomo tutto d'un pezzo come Will Trent venga soggiogato e sottomesso da un chihuahua minuscolo come la piccola e dolce Betty!!
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