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Acqua buia
 
Acqua buia 2012-10-13 10:13:39 catcarlo
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
4.0
catcarlo Opinione inserita da catcarlo    13 Ottobre, 2012
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Joe R. Lansdale: “Acqua buia”

C’è innanzitutto il ritorno al Sabine, corso d’acqua scontroso che all’inizio restituisce una morta, poi consente ai vivi di scappare, quindi rischia di farli fuori prima di riprendere il suo abituale scorrere lento verso il Golfo del Messico. C’è una natura matrigna, tra i campi sterili e le sponde del fiume ricche di una flora e di una fauna al pari insidiose. C’è la Grande Depressione, capace di ridurre alla disperazione intere famiglie fino a farle saltare su un treno per andare chissà dove, tanto peggio che a casa loro non potranno stare. Ci sono i ragazzi che si ribellano alla vita che gli adulti hanno preparato per loro e sanno affrontare l’ignoto per cercare una propria via. C’è la forza delle donne nei confronti di maschi deboli ma prepotenti e troppo attaccati alla bottiglia. Insomma, in questa storia che deve parecchio a Mark Twain ma anche più di qualcosa a Stephen King c’è una specie di summa dei luoghi tipici di Lansdale che, se da una parte confermano una mano felice e una grande capacità nel raccontare, dall’altra fanno nascere sospetti sul pilota automatico oltre che su una certa maniera (i mirabolanti paragoni non sempre sono efficaci come dovrebbero). In più c’è Skunk, fumettistico ipercrimimale che lega a fatica con il resto e, per di più, fa una fine di una stupidità sconsolante, di certo non all’altezza della terribile fama costruita pagina dopo pagina: a compensarla, però, c’è il magistrale racconto della sua orrorifica infanzia, in cui lo scrittore dà un saggio delle proprie indubbie capacità. E se ci fosse bisogno di una conferma, ecco il tocco di Gotico Americano della vecchia inacidita e senza nome che sta, armata di pistola, sulla sedia a dondolo nella polverosa rovina della sua fattoria: forse il personaggio più riuscito di un romanzo che, seppure con i difetti sopra illustrati, resta una lettura coinvolgente dall’inizio alla fine. Si viene difatti trascinati dalla lingua veloce e ritmica di Lansdale (la traduzione è di Luca Conti e Chiara Ujka) che consente di affrontare senza contraccolpi i passaggi più truculenti e riesce a regalare un certo numero di sorrisi capaci di alleggerire l’atmosfera.

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