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FINALMENTE UN THRILLER DEGNO DI QUESTO NOME!
Ebbene sì, anche Karin Slaughter entra, di diritto, nella rosa dei miei migliori autori di thriller.
Siamo ad Atlanta, il libro inizia subito con un’immagine shock, l’autrice è stata così brava nel descriverla, che mi è sembrato di essere seduta in prima fila mentre le immagine terribili scorrevano davanti ai miei occhi.
Una madre (Abigail Campano), esce dal club dove ha appena finito di giocare a tennis, sale in auto, discutendo al telefono con il marito dell’ultima “scappatella” dello stesso, nel frattempo posteggia e si dirige verso la porta d’ingresso, che trova aperta, con una miriade di vetri infranti sul pavimento, e numerose impronte insanguinate; nonostante il marito Paul le intimi di non entrare, Abigail varca la soglia e gridando il nome della figlia si mette a cercarla spasmodicamente, sale al piano superiore e, davanti ai suoi occhi, si presenta una scena terribile.
Un giovane, sovrasta il corpo crudelmente martoriato, ormai senza vita di Emma e , accortosi della donna, si dirige con un coltello in mano verso Abigail….
Vi domando: voi cosa avreste fatto? Beh! Vi dico solo che non immaginate nemmeno cosa succederà….
L’autrice è abile nel descrivere scene, stati d’animo, azioni di ogni genere. E, allo sbalordimento iniziale, segue un avvicendarsi di azioni ed accadimenti che non avrei immaginato.
Il libro è un continuo susseguirsi di colpi di scena che lasciano il lettore totalmente e piacevolmente spiazzato.
Indaga la polizia di Atlanta, impersonata dall’agente Faith Mitchell,con il supporto dell’agente speciale del Georgia Bureau of Investigation, Will Trent, uomo straordinario, nel lavoro, come nella vita, nonostante un’infanzia difficile passata in orfanotrofio, ed una dislessia che si ritrova tenacemente a nascondere e contrastare, porterà avanti un’indagine estremamente difficile, non solo dal punto di vista investigativo, ma anche dal punto di vista personale.
Sono quasi 500 pagine che l’autrice rende avvincenti in modo intelligente ed imprevedibile, confermo quello che ho scritto su di lei nella precedente recensione del libro: “L’ombra della verità” nel quale facciamo la conoscenza dell’agente Trent.
L’unico appunto davvero microscopico che mi sento di fare riguarda l’agente Will Trent che, a mio parere,risulta essere TROPPO di tutto (l’autrice ha un po’ calcato la mano….) : Troppo gentile , troppo corretto, troppo educato, troppo intelligente, troppo fisicamente bello, ma, nello stesso tempo, proprio questo suo essere TROPPO me lo fa indiscutibilmente apprezzare.
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Commenti
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Ti consiglio di leggere prima "L'ombra della verità" se non l'hai già fatto, non perchè le due storie siano collegate, ma è il primo libro dove compare l'agente Trent... Ciao!!!
Ciao alla prossima lettura.
Denis e Denise
Un saluto a te e Denise
A rileggerci..
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Ciao Denis