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TRE EVANGELISTI E UN FAGGIO...
“Sotto quelle volte a tutto sesto, sembravano tre statue viste di spalle. La statua di Lucien a sinistra, quella di Marc al centro, quella di Mathias a destra. San Luca, san Marco e san Matteo, ognuno pietrificato nella propria alcova. Dei tipi strani e degli strani santi”.
Marc, Mathias e Lucien sono tre trentacinquenni solitari e mezzi matti, sono tre storici, ognuno di loro infatti si interessa di un periodo storico diverso: Mathias è uno studioso della preistoria, un cacciatore-raccoglitore, va in giro per casa come mamma l'ha fatto, senza pudore e senza imbarazzo alcuno; Marc è un esperto del medioevo, ha degli strani anelli al dito che racconterà di aver ricevuto da uno stregone; Lucien invece è uno storico della grande guerra, interessato ad ogni piccolo e dettagliato diario redatto da chi la prima guerra mondiale l'ha vissuta di prima persona. Eccoli dunque i tre evangelisti: san Matteo, san Marco e san Luca. A loro si unisce lo zio, nonché padrino di Marc, il vecchio affascinante Vandoosler, che schiaccia le noci ancora acerbe con le mani, ma che possiede una voce vellutata e un passato a cui ha deciso di voltare le spalle tanto tempo fa.
I quattro si installano a Parigi, in una casa a quattro piani, meglio conosciuta nel quartiere come “la topaia”, la ristrutturano e riservano a ciascuno di loro un piano diverso; dalle finestre riescono a controllare il Fronte Orientale e quello Occidentale... ciò avviene dopo che la loro vicina di casa scompare misteriosamente senza lasciare tracce... i tre evangelisti si trasformeranno quindi in provetti investigatori assieme al vecchio zio e arriveranno a scovare il colpevole, passando dalla risoluzione di numerosi enigmi: chi ha piantato quel misterioso e inquietante faggio nel giardino di Sophia? E perchè? Alexandra, nipote della vicina scomparsa, appare proprio dopo la scomparsa della zia... è un evento casuale o strettamente collegato? Chi è interessato alla sua eredità tanto da volerla far scomparire per sempre? Il marito, così chiuso e privo di alcuna reazione di sgomento, centra nella scomparsa della moglie? E il fratello di Juliette, schivo e distante, è coinvolto nella sparizione?
Questo è il primo giallo della Vargas che ha come protagonisti i tre evangelisti; devo dire che mi aspettavo di più e che questa narrazione non ha alcuna affinità con i casi del commissario Adamsberg, che mi hanno coinvolta, colpita per l'intreccio della trama, dei personaggi e della “magia” che caratterizza ogni storia, e affascinata; questo libro è scorrevole grazie all'uso di numerosi dialoghi, ma a volte manca di legami tra un fatto e l'altro, mi spiego: l'idea è anche buona, ma viene articolata in un modo tale che il lettore non riesce ad entrare negli ingranaggi, è come se si perdessero dei pezzi per strada, pezzi che solo i personaggi e l'autrice probabilmente conoscono, arrivando ad una conclusione strana in quanto veloce, quasi buttata lì per accelerare il tutto.
I personaggi sono fantastici anche qui, tutti dei tipi strani, stravaganti, ma non vengono valorizzati appieno e messi insieme sono un accozzaglia di soggetti che confondono la narrazione; davvero, come ho letto in altre recensioni, questo libro non sembra essere stato scritto dalla stessa penna che conosco... MA prima di essere categorica voglio provare col secondo libro della serie, magari andrà meglio!
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