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Tabù
 
Tabù 2012-09-18 14:19:06 GLICINE
Voto medio 
 
3.0
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
3.0
GLICINE Opinione inserita da GLICINE    18 Settembre, 2012
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IDEA MOLTO BUONA MA.....

Titolo molto accattivante: TABU’! Dentro di me ho pensato che un thriller con un titolo simile doveva essere mio…. Buonissima l’idea di un serial killer che va a fare leva sui nostri tabù, che, oltre a compiere delitti terribili ed inspiegabili,già “scandalosi” per definizione, vada ad aggiungere scandalo allo scandalo.
Siamo in Irlanda, più precisamente nella città di Dublino, dove la giovane Reilly Steel si trasferisce dalla California , chiamata a dirigere il Laboratorio della Scientifica. La giovane donna nasconde un passato segnato da gravi tragedie, in primis, Reilly deve crescere in fretta, si ritrova all’età di 8 anni a dover badare alla sorellina di 3, in quanto la madre abbandona la famiglia. Così Jess,la sorellina, oltre a perdere la mamma, perde anche la sorella maggiore, come compagna spensierata di giochi.
Reilly successivamente dovrà affrontare una tragedia ancora più grave.
Il lavoro scelto rimane una conseguenza diretta del vissuto che ha caratterizzato la bambina e l’adolescente.
Reilly si ritrova strettamente a collaborare con la polizia in seguito a vari omicidi efferati, per i quali l’assassino prende, per così dire spunto, dalle opere di S.Freud, e per questo, viene definito il killer dei tabù.
Le prime 100 pagine non mi hanno, da subito, risucchiato e intrappolato, come una thriller dovrebbe fare; successivamente la storia ha un’evoluzione più veloce, più ricca di avvenimenti e tensione.
Mi piace l’idea di Freud, anche se rimane appena accennata, per giustificare i vari decessi;Il killer ad un certo punto,sembra che prenda di mira proprio Reilly: ma perchè? Ha seguito il suo eccellente modo di lavorare e quindi sfida ulteriormente una delle persone che possono arrivare ad incastrarlo? Oppure ci sono motivazioni del tutto differenti?
Questo thriller è scritto a 4 mani da Melissa e Kevin Hill, nella vita marito e moglie.
Devo dire che non amo particolarmente storie scritte da più autori, a mio parere vi è sempre una trama molto fitta di particolari, informazioni, indizi, che non sempre trovano spiegazione o motivazione esauriente e rimangono dettagli in sospeso o appena accennati, come fili non intessuti o frettolosamente inseriti nella trama, così da rendere la vicenda un po’ dispersiva.
La storia, ai miei occhi, appare non perfettamente messa a fuoco. Mi sarebbe piaciuto che gli autori mi avessero fatto entrare meglio nei personaggi, mi sarebbe piaciuto che si fossero soffermati di più sulla descrizione delle varie personalità, vissuto e caratteristiche, per rendere gli “attori” più reali ai miei occhi. Permane la sensazione che molti particolari non siano stati perfettamente sviluppati.
Mi sarebbe piaciuto entrare nella testa del killer, “assistere” alle uccisioni, sentire i suoi pensieri e le sue emozioni; ma questo la storia non lo permette, il libro si sviluppa principalmente sulle indagini partendo dalla scena del crimine, la figura del killer è secondaria.
Peccato! In mano a Connelly o Deaver l’idea di fondo, si sarebbe trasformata in un thriller mozzafiato di sicuro.
Rimane comunque un thriller accettabile, con un assassino svelato poco dopo la metà ed un epilogo non da thriller a mio parere, lascio a voi decidere se essere d’accordo con me o meno.

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