Dettagli Recensione
FOLLIA = FOLLIA?
McGrath è uno scrittore bollente. Non so se mi spiego.
I suoi libri vanno prima osservati a debita distanza, annusati, poi sorseggiati lentamente ed infine bevuti con avidità. Bevi un tè speziato, di quelli che arrivano dalle terre più lontane per allietarti il palato e lo spirito.
So che iniziare un suo libro è come intraprendere un viaggio negli abissi con un piccolissimo sommergibile o come fare rafting estremo tra le ripide di un fiume americano, ed anche questa volta ho fatto melina, scrutando Spider per diversi giorni prima di iniziare a leggerlo, come un fiorettista prima di lanciare (o ricevere) la ferale stoccata.
Ed infatti mi è bastato allacciarmi le cinture per calarmi immediatamente nell’atmosfera fumosa di una Londra invernale del 1957, dove Dennis, il cui nomignolo dato dalla madre è Spider, torna dopo una lunga permanenza in Canada.
Dennis/Spider alberga in una strana pensione gestita dalla Signora Wilkinson, abitata da coinquilini ancora più strani e cerca di ricordare il suo passato, ritornando sui luoghi vissuti vent’anni prima.
Ma forse Spider ha un passato ancor più misterioso, che riaffiora mentre scrive in un diario i ricordi di quel periodo, il difficile rapporto con il padre e la sempre più ingombrante presenza di Hilde, la prostituta che gli sta facendo perdere la testa, lasciando nello sconforto l’amatissima madre.
Ma il passato rievoca in Dennis anche gli odori di quel tempo, un’insopportabile puzza di gas, gli fa vedere escrementi, facendogli percepire morte e decomposizione. Poi i suoi ricordi altalenanti rimbalzano sui successivi anni vissuti in manicomio.
Ma allora Spider è un pazzo? Stiamo leggendo la sua vera storia o si tratta di un delirio? Di una lucida e nello stesso tempo folle trasfigurazione degli eventi?
A furia di togliere e mettere, McGrath questa volta pur deliziandomi con il suo solito stile ricco e nello stesso tempo raffinato, mi ha fatto un po’ incartare. Almeno a me, lettore forse troppo esigente che ha quasi sempre bisogno di un solido finale.
Oppure, rimasto invischiato nella tela mi è dispiaciuto che alla fine Spider, il ragno, non è più arrivato.
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Commenti
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Il finale di Spider per me e' l'apoteosi della scrittura demenziale del Mc...
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E' il mio Mc Grath preferito per ora, ma capisco le tue perplessita' :-)