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Ci vuole il buio per vedere le stelle...
Questo thriller è piuttosto atipico, lo dico per un motivo ben preciso: non c'è il classico detective (uomo o donna che sia) ad investigare sul caso.
La protagonista assoluta della storia è la psichiatra Siri Bergman, 35enne che deve ancora superare il trauma della perdita del marito.
Il libro è stato scritto da due donne e si capisce, lo stile di scrittura è chiaramente femminile e la personalità complessa della protagonista poteva essere descritta solo da un'altra donna (due in questo caso!).
Sono molto interessanti i resoconti delle sedute di psichiatria tenute da Siri con i suoi pazienti (una delle due scrittrici è anche lei psichiatra).
Dopo la morte del marito Siri continua a vivere nella loro casa sul mare, fuori Stoccolma, immersa nella natura e completamente isolata da tutto e da tutti.
In un posto simile la notte è molto buia, non ci sono le luci dei lampioni o le insegne dei negozi come in città, c'è solo il buio e Siri ha paura del buio.
Le notti svedesi, in inverno, sono molto buie, alle tre del pomeriggio è già sera e Siri accende le luci in casa, tutte le luci.
Oltre a quelle non si separa mai dalla sua fidata torcia elettrica.
Succedono cose strane a casa sua, Siri pensa di essere spiata, ne è praticamente certa ma non lo dice a nessuno.
Se dovesse farlo i suoi amici, in particolare la sua collega e migliore amica Aina, gli direbbero che non può continuare a vivere lì da sola, ma lei non può fare altrimenti, quella è casa "sua".
La casa sua e del marito scomparso, scomparsa che ha lasciato un vuoto che lei non riesce a colmare e, soprattutto, non riesce a superare.
Anche Siri avrebbe bisogno di uno psichiatra!
I problemi per Siri cominceranno quando verrà rinvenuto il cadavere di Sara, una sua paziente, nei pressi della sua casa sul mare.
Da lì parte la storia.
Buon divertimento...
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Commenti
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Cosa intendi esattamente? SInceramente io non so se sarei in grado di capire il genere di chi scrive dallo stile!
Questo comportamento, secondo me, è più tipicamente femminile che maschile (con le dovute eccezioni, ovviamente!).
Io, da uomo, mi son trovato a pensare: "ma perchè si comporta così?"
Solo un'altra donna poteva descrivere così bene dei comportamenti simili, un uomo difficilmente sarebbe in grado di farlo...e di capirlo.
Adesso penso di poter passare al nuovo Nesbo, ha già preso abbastanza polvere ;-)
grazie della spiegazione!
:))
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