Dettagli Recensione
La scelta di Harry
Con questo libro Nesbo scaraventa il suo (ex) detective in un vero e proprio inferno di squallore e di tradimenti, forse chi si aspettava la solita trama lineare del serial killer che opera in modi fantasiosi e macabri, il crescendo di adrenalina nelle descrizioni talvolta cinematografiche e spettacolari a cui Nesbo ha abituato i lettori (vedi il finale de" L'uomo di Neve"), durante questa lettura potrà rimanere deluso. Costante dello scrittore norvegese è la pesantezza delle prime pagine, paragonabile all'attesa in un ristorante, dopo aver ordinato il piatto preferito ci tocca aspettare un po' prima di poter gustare a pieno la pietanza, ma quando arriva ecco che siamo pronti a godere e a lasciarci andare.
Nesbo propone esattamente questo, ci prende per mano e ci accompagna, assieme al suo Harry in una Oslo squallida e piena di ombre, di tossici e di mafiosi pronti ad uccidere.
Forse il vero fantasma della storia non è il drogato Gusto (nel quale si riconosce un bel po' di letteratura di Welshiana (??) memoria). Ma proprio il nostro, che si ritrova in una città che non sente più sua, cercando di salvare un figlio che non è più il "suo" Oleg, cercando improbabili indizi e rischiando più volte la vita.
Continuando oltre rischierei di rovinare la sorpresa a coloro che non hanno ancora avuto il piacere di leggerlo.
Concludo con un plauso all'autore, che dopo un bel po' di libri (due dei quali ancora inediti da noi) è riuscito a far andare Harry Hole (si legge Hule, lo sapevate?) in un inferno vero e proprio, in cui, più delle altre volte dovrà sacrificare tutto ciò che ha, per una sorta di redenzione che ha il sapore del veleno.