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Niente è come sembra.
"Nel corso degli anni, mi preoccupai sovente per questo, ma per molto tempo sembrò che i fatti avvenuti fra le mangrovie dovessero restare inconoscibili, almeno per me - un mistero, anche se odio questa parola. Non esistono misteri: solo persone che nascondono le cose, solo segreti."
McGrath ci regala un'altra storia dove l'amore assume i lineamenti del disturbo patologico, del sentimento totalizzante che si trasforma in ossessione, dove il confine labile tra sano e malato è portato agli estremi e tutto, ancora una volta, è incerto.
Gin Rathbone racconta la tragica storia di suo fratello Jack.
Jack l' eccentrico, l'artista, il narcisista.
Impossibile per la sorella resistere al suo fascino, Gin vive nel culto della personalità del fratello fin dagli anni dell'infanzia trascorsa in un'Inghilterra un po' provinciale e un po' borghese.
Un fascino che assume una connotazione morbosa tant'è che resta saldo anche quando Vera Savage, artista in ascesa che ha tutti i tratti dell'avventuriera, glielo porta via facendogli balenare il sogno di una New York carica di energia e di promesse.
Ma il sogno dura poco. Jack incapace di reggere la competizione con la compagna e con un ambiente intriso di arte e innovazione decide di rifufiarsi in una dimensione più tranquilla: Port Mungo. Come Gauguin, Jack va a cercare la sua ispirazione artistica ai Tropici, portandosi dietro Vera.
Ma a Port Mungo naufragano sole le illusioni: Jack e Vera non sono in grado di dare vita a un progetto comune, né sul piano artistico né sul piano sentimentale e non li salva neanche l'arrivo di due figlie: Peg e Anna.
Peg, la maggiore delle due, cresce e vive come una selvaggia, a sette anni fuma e beve birra, e a sedici viene ritrovata morta annegata sotto un groviglio di mangrovie sotto lo sguardo passivo della sorella più piccola che inevitabilmente ne riporta i traumi.
Ma da dove nasce la tragedia?
Da dove viene il comportamento anomalo dei protagonisti?
Dove finisce la normalità e inizia la malattia?
Anche in questo romanzo di McGrath il narratore ha ruolo centrale, e come sempre l'autore vuole mettere in dubbio la sua affidabilità. Noi non possiamo che lasciarci guidare e ogni tanto cercare di tirare il freno a mano per riflettere lucidamente sulla narrazione.
Il plot è ben congegnato, la caratterizzazione dei personaggi è incisiva e delineata con precisione: atteggiamenti, sguardi, gestualità e modi di vestire li rivelano in poche righe in modo inequivocabile.
"Port Mungo" è un viaggio nei lati più torbidi e oscuri dell'animo umano. Impossibile resistere al fascino della penna di McGrath!
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Commenti
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Ho in coda anche Martha Peake sempre dello stesso autore; per me Mc Grath è irresistibile! E' il terzo suo libro che leggo e riesce a raggirarmi ed affascinarmi ancora come fosse il primo...
Katia grazie mille! Ora guardo la trama di "L'estranea"!
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