Dettagli Recensione
Lisbeth, la donna che odia gli uomini che odiano l
E' così che spesso viene definita l'eroina Lisbeth Salander, dallo stesso autore. Un personaggio quasi esagerato, ma bello proprio per questo, perché riesce comunque a rimanere verosimile nonostante tutte le sue stranezze: Lisbeth ha uno speciale talento per matematica e informatica che riesce poi a piegare alle sue necessità, diventando così un'incredibile hacker. Molti pensano che sia strano proprio questo, che è così brava da fare cose impossibili. Ma un personaggio speciale deve anche saper fare qualcosa di altrettanto speciale, no? E' avvolta nel mistero (almeno nel primo libro), e la sua voglia di lottare contro la violenza nei confronti delle donne rispecchia la visione dello stesso Stieg Larsson, che rivela persino con dei dati statistici all'inizio di ogni parte del libro percentuali di donne che hanno subito delle violenze nel suo paese, la Svezia.
Già, la Svezia... mi sono appassionata a questo paese. A parte i nomi delle vie e dei quartieri, a dir poco impronunciabili!! Non ci sono mai stata, ma leggendo questo volume mi ci sono quasi sentita dentro. Mi sono quasi sentita nel paesino di quell'isolotto dove Mikael deve indagare sulla scomparsa della giovane Harriett, che non si vede da quarant'anni.
Lo stile è meraviglioso, dettagliato, e Larsson ci tiene ad approfondire ogni punto della sua storia: sottotrame, personaggi secondari, nulla viene lasciato al caso o all'immaginazione, nulla è superficiale.
Se c'è un unico difetto, ma proprio uno, è nelle pagine dove l'autore racconta come Mikael ha fatto a reperire delle informazioni per un articolo che si è poi rivelato fasullo, e che l'ha poi portato in tribunale. Sono pagine e pagine di roba che solo un laureato in economia potrebbe capire, ma superato questo scoglio la lettura si fa piacevolissima.
Le scene di violenza (anche sessuale) sono spesso molto crude, tant'è che nel film americano, nonostante avessi già letto tutto, mi sono parecchio impressionata. Tuttavia non vengono raccontate "gratuitamente", le parole sono accuratamente scelte e l'autore non si spinge oltre certi limiti. Se poi invece nel film questi limiti si superano... eh, mica è colpa del libro.
La fine dell'indagine, invece, con tanto di finale a sorpresa, sorprende davvero: un finale che non ci si aspetta, bello e che lascia a bocca aperta. E con le ultimissime righe che lasciano intendere che la storia non è finita; veramente, il primo libro sarebbe autoconclusivo... però tra i vari personaggi rimangono diverse questioni in sospeso, quindi gli altri libri bisogna leggerli. E' un forte consiglio.
Dopo ciò, la trilogia di Stieg Larsson è diventata la mia preferita. Ha un posto privilegiato sui miei scaffali dei libri.
A mio avviso, poi potete smentire finché volete, è un capolavoro.