Dettagli Recensione
Cosa si nasconde dietro al predicatore
Non capisco davvero i commenti negativi in riferimento alla lunghezza e al contenuto. Quattrocento pagine io le ho divorate in tre giorni, trovando il libro piacevole e personalmente anche migliore della Principessa di Ghiaccio.
Il fatto che Erica, indiscussa protagonista del precedente episodio della serie, non venga coinvolta nelle indagini relative alle donne scomparse viene compensato dall'intrigo a cui i poliziotti di Tamumshede dovranno lavorare. Un vero rompicapo che appassiona e tiene col fiato sospeso rivelando ai lettori una storia familiare fatta di imbrogli e segreti, agli occhi di una società svedese che spazia dagli anni settanta ad oggi.
Valgono da soli le poche righe rigorosamente in carattere corsivo sparse per il libro, i flash-back che la Lackberg mette in evidenza mettendo ogni parola al punto giusto, come è solita fare da maestra del noir. Evidente il contrasto nella descrizione della natura rispetto al primo romanzo, quest'ultimo ambientato in estate ci mostra un lato inedito di Fjallbacka e della Svezia intera. Il ruolo della società: anche qui evidente un cambio di rotta, la storia si concentra quasi esclusivamente sulla comunità religiosa e sulla famiglia Hult. Insomma, è un libro diverso da La Principessa di Ghiaccio, chi si aspettava una replica del precedente rimarrà deluso, personalmente credo che la Lackberg si sia migliorata e abbia raccontato una storia nuova, inserendo al punto giusto le storie dei personaggi già protagonisti del primo romanzo.