Dettagli Recensione
MIO CARO VECCHIO STEPHEN
Caro, vecchio, Stephen.
Mi hai stregata... quando? Due, tre anni fa.
Mi tenevi compagnia nelle sere piovose,
quelle sere solitarie e melanconiche.
Ti ricordi?
Quante ne abbiamo passate insieme.
Mi tenevi la mano, accompagnandomi con il tuo stile inconfondibile ed inimitabile; e con le tue storie che vanno molto al di là di semplici storie del terrore.
Mi hai sempre dato questa sensazione: la sensazione che tu riuscissi a solcare la psiche umana, alienandone le sue parti più oscure, per poi trarne le tue inimmaginabili storie.
Ti trovo favoloso.
Anche se, devo ammettere, ho letto tue raccolte migliori rispetto ad "A volte ritornano"; non escludo di certo che questa non sia degna di te, il Re del Brivido.
Racconti di vampiri, di macchine assetate di sangue, di topi giganti, di sette terribili, di mostri e fantasmi.
A volte ritornano.
E' vero, mio buon vecchio Stephen.
A volte, quando siamo soli con noi stessi - in quelle serate piovose e malinconiche - nel buio della nostra memoria, i nostri fantasmi tornano a galla.