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Il codice Rebecca
 
Il codice Rebecca 2012-07-12 13:21:29 giuse 1754
Voto medio 
 
4.5
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
giuse 1754 Opinione inserita da giuse 1754    12 Luglio, 2012
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Divertirsi leggendo non è reato

Nei libri del genere spy story “Il codice Rebecca” è tra quelli che ho amato di più. Sarà che l’ho letto in un momento in cui avevo assoluto bisogno di evadere, sarà che Follett ha, a volte, la capacità di tenere il lettore incollato al libro fino all’ultima pagina, fatto sta che man mano che procedevo nella lettura la mia realtà oggettiva andava sparendo per lasciare il posto all’assolato paesaggio nordafricano nell’estate del ’42.
Alex Wolff, tedesco di nazionalità egiziana, è la spia che deve comunicare al generale Rommel, la famigerata Volpe del deserto, gli spostamenti delle truppe britanniche attraverso un codice nascosto nel libro “Rebecca” di Daphne Du Maurier. Questo porterà i nazisti ad accerchiare gli inglesi e quindi a vincere la guerra, a meno che il maggiore William Vandam non riesca ad identificarlo e a neutralizzarlo.
Nel susseguirsi di rincorse, scontri all’ultimo sangue, rapimenti e colpi di scena c’è posto anche per l’amore tra Vandam e la bella e sfortunata Elene e, come contrappeso, per il più erotico rapporto tra la danzatrice del ventre Sonja e il “cattivo” Wolff.
Eppure non lo sentiamo così diverso da noi, il cattivo Alex Wolff. Ne ammiriamo la forza e l’astuzia, ne seguiamo le avventure quasi dispiaciuti, alla fine, che combatta dalla parte sbagliata della barricata.
Ho trovato indimenticabile la scena finale della fioritura del deserto e i due personaggi femminili, così
diversi, eppure anche loro due facce della stessa, complessa umanità.
I detrattori di Follett, gli intellettuali, direbbero che è un libro facile e che, come polemizza Piero Citati, è meglio non leggere piuttosto che leggere chi scrive best-sellers come Faletti e Follett. Peccato che con la maggior parte dei libri che apprezzano gli intellettuali io mi annoio e che con “il codice Rebecca” mi sono, invece, divertita immensamente.
Visto che di Shakespeare non ne nasce uno all’anno, e che è molto difficile unire profonde riflessioni ad una trama avvincente, se proprio voglio riflettere, approfondire, preferisco darmi alla saggistica piuttosto che a libri noiosi.
C’è un tempo e un libro per tutto, per filosofeggiare e per divertirsi, e se la vostra esigenza oggi è quest’ultima, Il codice Rebecca è il libro che fa per voi.

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Commenti

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Condivido appieno il tuo punto di vista sulla tipologia di lettura e sulle diverse esigenze del lettore !
recensione invogliante, terrò presente questo titolo per evadere un po' dai miei generi prediletti.....
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Fonta
12 Luglio, 2012
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Adoro Follett e fortunatamente non conosco Piero Citati! =) io leggo solo romanzi, é un passatempo ed un piacere, per me un libro é evasione, é immergermi in mondi, epoche e personaggi che catturano le emozioni! Se Piero Citati pensa che sia meglio fare altro, beh, con tutto il rispetto...non sa cosa si perde!
Bellissima recensione! Complimenti! All'altezza del libro!
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giuse 1754
13 Luglio, 2012
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Credo di essere una lettrice onnivora, nel senso che leggo tutto quanto potrebbe interessarmi, senza guardare al genere. Certo che alle undici di sera, per conciliare il sonno, non mi affido di certo a Semiotica e filosofia del linguaggio di Eco.Prendo in mano il mio bel codice Rebecca e strizzo l'occhio a Morfeo. In ogni caso, non demonizzerei i best-sellers solo perchè li hanno comprati in tanti. Non è ancora stata dimostrata l'equazione: popolare=stupido e credo che in ogni libro, anche nel più insignificante libro di un autore sconosciuto ci possa essere del buono. Qualsiasi cosa mi emozioni o mi faccia scoprire cose nuove per me è buona cosa.
In risposta ad un precedente commento
giuse 1754
13 Luglio, 2012
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Non tutto Follett mi piace, ma sono d'accordo con te, qualche lavoro è veramente eccellente. Come ha detto Faletti alla Bignardi nelle Invasioni barbariche, se non conoscevi Citati prima di sentirlo nominare da me e sei invece un fan di Follett una ragione ci sarà, e va oltre le strategie di mercato delle case editrici. Se un romanzo viene letto da milioni di lettori nel mondo evidentemente l'autore riesce a nuovere delle corde comuni che varrebbe la pena di analizzare prima di sparare a zero e di fare gli snob.Grazie mille per i complimenti.
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