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Il superstite
 
Il superstite 2012-06-29 10:34:49 GLICINE
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5.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
GLICINE Opinione inserita da GLICINE    29 Giugno, 2012
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TI INCHIODA ALLE SUE PAGINE FINO ALLA FINE

Questo thriller psicologico mi ha letteralmente conquistata.
Bravissimo l’autore, che tra l’altro nella sua vita reale, ha lavorato come logopedista con malati psichici; il protagonista principale è Jan Forstner, di professione psichiatra che ritorna a vivere, dopo 20anni di assenza, nella città natale, Fahlenberg, in quanto, un vecchio amico e collega del padre anch’egli psichiatra, gli ha offerto un posto di lavoro nella Clinica Waldklinik. Descrizione dei luoghi asciutta, scarna, oserei dire squallida, che trasmette in pieno la reticenza ed il timore del protagonista, nel ritornare nel luogo e nell’abitazione natia.
Jan racchiude in sé una grande sofferenza che non gli dà pace, riguarda la scomparsa del fratellino Sven, avvenuta una notte di molte anni prima, durante la quale il protagonista, all’epoca 12enne, esce di casa di nascosto “rubando” il registratore del padre, per tornare nel parco dove è morta annegata una giovane ragazza, vicina di casa dei fratelli, con problemi psichici, per registrare la “voce” dello spirito della deceduta (desiderio scaturito dalla lettura di un libro su fenomeni paranormali ricevuto in dono per Natale), il fratellino segue di nascosto Jan, e scompare misteriosamente nel momento in cui Jan si allontana pochi minuti dalla panchina dove i bambini erano seduti in silenzio, con il registratore acceso per captare eventuali “voci”.
La storia alterna episodi riguardanti i giorni del dramma ed il presente di Jan. La scrittura è fluida, ma nello stesso tempo ricca di eventi,ricca di descrizioni introspettive del protagonista, ricca di personaggi secondari abilmente descritti, che per il lettore è facile seguire e capire. Il finale non è intuibile, le morti violente che si susseguono sono legate abilmente all’intreccio della storia, senza che l’autore utilizzi pagine e pagine in descrizioni truculente legate alle uccisioni, ma, al contrario descrive le vittime, le loro personalità, il loro vissuto così da renderle in tutto e per tutto persone, non semplici “oggetti” utili allo scopo del carnefice.
L’autore di questi gesti non viene mai citato, si aggira come un’ombra, nei meandri della storia, per me impossibile è stato poterlo individuare, anche se l’autore devo ammettere, ha lasciato dei piccoli indizi e dettagli, nulla è stato affidato al caso, tutti i nodi della vicenda sono stati sciolti ed analizzati, libro che mi ha lasciata pienamente soddisfatta.
Jan è un personaggio positivo, forte, che non si fa piegare dal pesante vissuto che trascina con sé, ma affronta le proprie paure, i dubbi mai svelati con coraggio, anche se l’autore innesca il dubbio strisciante che il protagonista sia ossessionato dal suo passato…
Lo consiglio vivamente ai cultori del genere…

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Commenti

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Anche a me era piaciuto molto !
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GLICINE
29 Giugno, 2012
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ho letto la tua rece quando ho inserito la mia, riconosco che molte volte le nostre opinioni concordano su diversi libri... Sicuramente leggerò cose che magari hai già avuto modo di leggere tu, così vado sul sicuro!!
Accidenti, sto per pubblicare un commento un po' più tiepido del tuo. :)
Ciao!
Bruno
In risposta ad un precedente commento
GLICINE
03 Aprile, 2013
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Ma figurati! Ciò che mi è piaciuto molto, non necessariamente deve sortire lo stesso effetto su altri, anzi sono curiosa di leggerti per capire cosa invece a te non sia piaciuto!!
Grazie Bruno del tuo "avviso" preventivo!!
Ciao
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