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OMICIDI TRA I GHIACCI
Torno a recensire un libro che non mi ha del tutto convinta, la scrittrice prende molti spunti narrativi tratti dalla sua vita reale per scrivere questa serie di storie (il personaggio di Kate Shugan è protagonista di altri ben 17 libri in patria), primo fra tutti l’ambientazione: L’Alaska, sua terra di origine, della quale conosce molto bene la storia e si muove con padronanza nella descrizione dei luoghi dei popoli che la abitano, della cultura. Questa ritengo sia la parte più piacevole del libro stesso.
Mi piace anche il personaggio di Kate Shugak, donna forte, solitaria, temprata alla vita semplice e dura, scalatrice esperta, che ama il luogo dove vive, ama la natura che la circonda, infatti, compagna inseparabile di vita è la sua siberian husky di nome Mutt resa quasi umana dall’autrice; Kate è la detective chiamata a tirare le fila di una serie di uccisioni avvenute nel villaggio di Niniltna.
L’assassino viene quasi immediatamente svelato e, oserei dire archiviato, l’indagine prosegue per particolari che non collimano, con la sola ipotesi iniziale.
A mio avviso non vengono descritti in modo articolato e particolareggiato i vari personaggi, non vengono sviscerate le menti ed i cuori, così da non permettere al lettore di entrare veramente nella storia. La trama di per sé è molto semplice e facilmente intuibile, talmente semplice che il lettore si ritrova davvero alla fine ad esclamare: “Tutto qui??”. La scrittura è fluida e veloce, senza colpi di scena, senza suspance e immagini forti, caratteristiche di un thriller rispettabile.
Concordo nella futura trasposizione televisiva della serie, che presumibilmente sarà di successo, proprio per la descrizione appena accennata dei personaggi, che possono così essere liberamente interpretati, senza una particolare “sofferenza” del lettore che può vedere stravolti sullo schermo,idoli,magari abilmente descritti e resi così “persone” effettive, difficili da riproporre televisivamente parlando.