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ORIENTE E OCCIDENTE SI FRONTEGGIANO
Ho appena finito di divorarlo…. Il modo di scrivere di Connelly mi piace sempre molto, come le sue storie, anche se devo riconoscere che non è il suo migliore thriller che ha come protagonista il detective Harry Bosch..
Siamo a Los Angeles, la storia inizia con l’omicidio di un asiatico proprietario di un’attività commerciale in una zona periferica della città ucciso con diverso colpi di arma da fuoco al torace senza che ci siano testimoni. Sembra la classica rapina finita nel sangue, sulla quale per puro caso è chiamato a intervenire Bosch….
Si è catapultati subito sulla scena, sembra di essere presenti all’interno del negozio e all’arrivo di Bosch si vede tutto con i suoi occhi, la descrizione è veramente minuziosa e ricca di particolari come solo Connelly e pochi altri sanno rendere..
Cito testualmente: “ Per Bosch il massimo era pilotare l’azione di persona, tracciare il sentiero. Non era uomo da ruolo marginale. Doveva condurre lui il ritmo. Un caso doveva procedere come uno squalo”.
La partenza è ad altissima tensione ed Harry prende in mano subito la situazione, affiancato da un partner quasi assente a causa di problemi familiari e da un precedente episodio nel quale è stato ferito durante un’azione, che ha lasciato strascichi che Ferras non ha ancora superato..
Viene accompagnato nelle indagini dal detective David Chu facente parte dell ACU (Asian Crime Unit), che grazie alla conoscenza della lingua, delle bande rivali che si spartiscono il controllo dei traffici illeciti nella zona, aiuta Bosch ad entrare nel mondo della criminalità gestita da asiatici.
Il libro ho l’impressione sia stato scritto per chi conosce già il detective Bosch, chi dovesse infatti leggere per la prima volta un thriller con lui come protagonista, fisicamente sarebbe impossibile visualizzarlo e caratterialmente, a parte le grandi competenze professionali, la tenacia e acume nel seguire il caso, poco è descritto, quando in realtà con l’evoluzione della vicenda Bosch verrà coinvolto pesantemente anche sul piano personale a causa del rapimento della figlia tredicenne Madeline che vive ad Hong Kong con la madre.
Bella storia, ritmo incalzante, avrei gradito che l’autore si dilungasse maggiormente nella seconda parte del libro nella descrizione dei fatti, dei comportamenti, degli aspetti psicologici che la scia di sangue conseguente all’omicidio iniziale lascia dietro di sé.
Nulla è così semplice come sembra; Bosch si ritrova a combattere una lotta contro il tempo e contro un avversario che non è in grado di individuare per salvare ciò che gli è più caro al mondo…
Sarà; ma io leggerei Connelly all’infinito… Anche questo ultimo libro, alla resa dei conti non delude e conferma Michael tra i migliori scrittori di thriller contemporanei.