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Port Mungo
Dopo aver letto “follia” ho deciso di leggere altri romanzi di Mc Grath e adesso non riesco più ad abbandonarlo, devo dire che è un autore che crea dipendenza .
Ho dovuto lasciarlo un po’ li in disparte prima di scrivere la recensione, così a caldo non mi veniva niente, è strano ma non ero nemmeno sicura che il libro mi fosse piaciuto, non mi era mai capitato, ma questo genio riesce a smuovere strane sensazioni nel lettore
.
Sicuramente non ha toccato le vette di “follia”, ma oggi posso dire che è appena appena sotto, questo romanzo mi è piaciuto e io , è ufficiale, da oggi adoro Mc Grath.
La vicenda si svolge in Inghilterra, New York, ma soprattutto a Port Mungo, una cittadina dei Caraibi dove Jack pare trovare finalmente la sua casa e la sua dimensione di artista , come nel precedente libro però le descrizioni delle ambientazioni sono veramente ridotte all’osso , sono altre le cose più importanti per quest’autore, il contorno è proprio solo un contorno per lui, mentre quello che più gli interessa è viaggiare nella mente dei personaggi e condurci il lettore piano piano , fino ad inchiodarlo al libro .
La voce narrante è quella Gin, sorella di Jack, devota al fratello che lo asseconda in tutte le sue stranezze da artista, anche quando lui sposa Vera, pittrice anche lei, di qualche anno più vecchia , una donna incapace di mettere radici nella vita, ingovernabile, inesorabilmente libera .
Gin è sempre lì per lui, a raccogliere i cocci di una vita vissuta in maniera dissoluta, priva di regole , ed è sempre lei che lo accoglie nella sua casa a New York dopo la morte di sua figlia Peg , appena quindicenne, e cerca di restituirgli fiducia in se stesso e nel suo lavoro.
Ma la causa della morte di Peg è davvero quella che ha raccontato Jack? Vera è davvero una donna ingestibile e priva di senso materno ? Le persone che conosciamo sono davvero come le vediamo ?
Solo alla fine, nelle ultimissime pagine si svelerà il mistero di questi strani personaggi che popolano questo romanzo, personaggi veri, Mc grath ce li fa conoscere talmente da vicino che quasi pari di toccarli, di vederli, di percepire le loro emozioni .
A volte mi sono un po’ “persa” nella lettura perché non è di certo un libro leggero e ho fatto fatica in alcuni passaggi in cui i salti temporali erano addirittura tra una riga e l’altra, un attimo prima Gin era a Port Mungo e poche frasi dopo era tornata con la narrazione al presente , nella sua casa di New York.
Leggetelo, mi sento davvero di consigliarlo, una lettura un po’ particolare che merita .
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Commenti
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Dopo leggerò anche questo,tra la tua rece e quella di Silvia non posso esimermi!!!
Lo leggerò sicuramente, ottima recensione!
Ale sei alle prese con il libro più bello di Mc Grath goditelo !!
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Comunque sono d'accordo, Mc Grath crea dipendenza.
;-)