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I sonnambuli
 
I sonnambuli 2012-05-15 12:39:04 Sara S.
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Sara S. Opinione inserita da Sara S.    15 Mag, 2012
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Berlino vittima di un'ipnosi di massa

Fin dalle primissime pagine appare evidente che "I sonnambuli" è un thriller storico di altissimo livello, che non potrà lasciare indifferente il lettore.
Ambientato a Berlino, nell'inverno del 1932-1933, si evince un clima di estrema tensione e incertezza. Sono gli anni che fanno da spartiacque tra la prima e la seconda guerra mondiale, Hitler è già un personaggio di spicco ma non è ancora salito al potere, le discriminazioni agli ebrei sono già iniziate. Alcuni esasperati hanno già preso la decisione di trasferirsi altrove, altri continuano a sperare che la situazione si risolverà. Il protagonista del romanzo è Willi Kraus, un celebre e rinomato detective berlinese, benvoluto da tutti per avere risolto alcuni casi criminali di grandissima importanza, ha combattuto durante la prima guerra mondiale per la sua nazione, la Germania, e si sente tedesco proprio come tutti gli altri. Ma è di origine ebrea, anche se in realtà non ci ha mai davvero pensato, ma è costretto a prenderne consapevolezza solo con l'inizio delle persecuzioni antisemite. Non crede veramente che questo potrà essere un vero problema per lui e continua il suo lavoro con il senso di dovere verso la sua nazione, come ha sempre fatto. Un caso insolito desta completamente la sua attenzione. Un cadavere di una donna trovata con la parte bassa delle gambe girata al contrario da un complesso intervento chirurgico. Un intervento assolutamente sperimentale e non necessario, che le ha menomato le gambe perfettamente sane. Chi l'ha eseguito è un pazzo! Ma anche un chirurgo bravissimo, dato che i trapianti ossei non erano ancora una realtà in quegli anni. Da questa scoperta Willi Kraus si sente in dovere di addentrarsi sempre di più nel fitto mistero, perché ha la certezza che quello non sia affatto un caso isolato, ma che da qualche parte vengano effettuati atroci esperimenti umani. Tra sospette sparizioni di ragazze sonnambule, la crescente apprensione per la situazione tedesca, e le sempre più terribili scoperte che verranno a galla, Willi Kraus si troverà invischiato in un'indagine che metterà a serio rischio anche la sua vita privata, un'indagine che lui vorrà assolutamente portare a termine per salvare la Germania e l'intera umanità, un'indagine che si rivelerà non solo più grande di lui, ma più grande della stesse forze di polizia tedesche.
La lettura di questo libro, oltre a essersi dimostrata fortemente interessante e adrenalinica, mi ha lasciata attonita come mai prima d'ora mi era accaduto leggendo un thriller. Non tanto per le scoperte riguardo ai delitti perpetrati, o per la risoluzione del mistero, che sono state sì scoperte forti, ma che in un certo senso avvengono gradualmente, il lettore fin dai primi capitoli riesce a farsi un'idea di ciò che accade e man mano che la storia va avanti viene preparato a cosa lo aspetta. Il fattore che mi ha impressionata maggiormente è il concatenarsi tra l'elemento thriller e l'elemento storico, in maniera del tutto indispensabile, come se i crimini agghiaccianti traessero una linfa vitale dalle vicende storiche accadute e che tutti noi nel ventunesimo secolo già conosciamo. E' come un destino ineluttabile per il protagonista del libro e per i personaggi che gli orbitano attorno. Mi sono ritrovata a leggere il libro (specialmente la seconda parte) in maniera febbrile, e più di una volta sarei voluta entrare all'interno delle pagine per gridare al protagonista di scappare, di andare il più lontano possibile, perché non può esistere nessun tipo di giustizia nel periodo storico da lui vissuto. "I sonnambuli" è un romanzo che trasuda indignazione, sofferenza e disperazione. Tutte queste sensazioni si riversano nel lettore come un fiume in piena, scuotendolo fortemente dal suo torpore, rendendolo spettatore impotente di una catastrofe annunciata. Il titolo del libro è poi bivalente, nel senso che oltre alla presenza di sonnambuli all'interno della storia, vi è anche una celata metafora con il comportamento del tutto irrazionale del popolo tedesco negli anni dell'ascesa al potere di Hitler, come se fossero state vittime di un'ipnosi di massa. Nonostante (come spiegato a fine libro) la storia sia stata romanzata, il periodo storico descritto è assolutamente realistico e gli avvenimenti del libro, anche se in circostanze e periodi diversi, sono realmente accaduti durante il governo nazista. L'autore è riuscito a raccontare tutto ciò visto da una prospettiva ancora nuova, originale e intensa.

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