Dettagli Recensione
PECCATO LA FINE...
Primo libro anche per questo autore, che in Norvegia ha ottenuto grande successo ed un premio come miglior romanzo di esordio.
Progetto ambizioso dell’autore è stato articolare la vicenda su tre piani differenti di narrazione; il libro alterna passaggi con episodi avvenuti nel XVI secolo, dove prende spunto da personaggi realmente esistiti nella storia, come i primi anatomisti, che, nella zona di Venezia, potevano requisire cadaveri di delinquenti da portare su rudimentali tavoli autoptici all’aperto dove un pubblico assisteva alla dissezione e spiegazione dell’anatomista delle varie parti del corpo, in questo contesto, la figura di un frate errante alla ricerca di un particolarissimo set di coltelli da dissezione, lascia dietro di sé una scia di morte…
Il secondo piano, viene ambientato ai giorni nostri in Virginia, dove il curatore dell’Edgar Allan Poe Museum, Efrahim Bond, appena si ritrova per le mani una sensazionale scoperta, viene trovato cadavere, barbaramente ucciso, al quale viene asportata gran parte della pelle del tronco, sulla cui morte viene chiamata ad operare Felicia Stone,poliziotta, con un passato di violenza che pericolosamente si intreccia all’indagine in corso.
Il terzo piano è ambientato ai giorni nostri in Norvegia, dove viene trovata cadavere all’interno di una camera di sicurezza della biblioteca nella quale lavora, Gunn Brita Dahle, stesso modus operandi che ricalca una descrizione presente in un libro antichissimo conservato in quella stessa stanza, che risulta essere scomparso, ad indagare in questo caso è Odd Singsaker, appena rientrato in servizio dopo un delicato intervento chirurgico di asportazione di un tumore al cervello.
Aspetto singolare risulta essere che l’assassino, a parte una breve descrizione all’inizio del libro riguardante l’uccisione e occultamento di una donna ed il proprio figlio, non viene assolutamente menzionato. L’autore non permette al lettore di entrare nella mente perversa di un soggetto capace di simili delitti, non permette di poter provare il terrore ed il timore che questo malato risveglia nelle proprie vittime, nel momento in cui compie le sue efferatezze, la pecca più grande del libro a mio parere è questa, oltre al finale affrettato, nelle ultime 50 pagine avvengono una quantità di eventi che non possono essere ben sviluppati, quindi vengono frettolosamente descritti dall’autore, il quale , inserisce diversi tratti discorsivi di spiegazione dei vari avvenimenti e delle motivazioni che hanno portato a tale epilogo.
La storia parte molto bene, mi piace l’alternanza delle ambientazioni tra passato e presente, America e Norvegia, ma il killer dov’è? Non è lui il personaggio principale e quasi nemmeno il personaggio secondario, ho letto un libro scorrevole, dove mancano passaggi importanti sia come indagine che come descrizione dei personaggi per arrivare a piacermi totalmente.
Sembra che l’autore non abbia ben focalizzato la sua attenzione sul genere di libro da scrivere. Romanzo? E’ troppo “forte” ( come immagini evocate) per poter essere definito come tale… Trhiller? E’ troppo poco attento a definire vittime e carnefice…..
Ci sono poi due cadute di stile davvero grossolane e superflue a mio parere, riguardanti il personaggio di Singsaker che non svelo, ma che non aggiungono nulla alla storia, invece, per contro, “rovinano”la sua capacità e correttezza nel lavoro….
Indicazioni utili
Commenti
4 risultati - visualizzati 1 - 4 |
Ordina
|
4 risultati - visualizzati 1 - 4 |