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Il Vangelo di una criminale in piena crisi.
Parto subito col dire che questo libro non lo avrei mai comprato ( ma la mia amica ha pensato bene di regalarmelo ) di sicuro avrebbero pesato i pregiudizi che ho sugli autori nordici ( i pregiudizi sono sbagliati, lo so e chiedo venia, ma derivano da esperienze passate a dir poco deludenti e faccio ancora fatica a superarli ) e poi avevo l'impressione che fosse il solito libro d'amore mascherato da gangster'story, e i miei pregiudizi sui libri d'amore sono ancora più forti, quelli non li reggo proprio, e ne ho letti tanti.
Beh, la storia d'amore c'è ma non si può certo dire che sia un libro d'amore, anzi.
La protagonista è Francy, moglie, madre e imprenditrice di un'efficientissima azienda votata al racket, alla prostituzione e allo spaccio di droga, ereditata dal padre, un boss ormai in pensione che non si è mai fatto da parte veramente.
Sullo sfondo poi assistiamo alla guerra che l’organizzazione di Francy è costretta a intraprendere con un altro criminale emergente che suscita in lei un sentimento piuttosto ambiguo.
Francy è la contraddizione fatta persona: dura e spietata, efficiente e precisa a livelli maniacali, un vero leader, ma in piena crisi esistenziale; è sempre stressata a causa dell’enorme carico di lavoro e responsabilità che stanno anche mandando in pezzi la sua famiglia, soffre di crisi di panico, ingoia ansiolitici come fossero caramelle ed è da tempo in cura da uno psichiatra che ovviamente non sa nulla della sua vera attività. Francy però è anche capace di provare un minimo di rimorso e pietà quando si trova davanti i genitori tossicodipendenti di una bambina amica del figlio, oppure quando viene a conoscenza di un terrificante segreto che riguarda il suo più acerrimo nemico. Insomma un personaggio molto complesso e proprio per questo, a mio parere, ai limiti del credibile (pensate che Francy, udite udite, ha paura del sangue! ).
Leggere un romanzo con protagonista un boss del crimine donna non capita tutti i giorni, infatti questo è di certo un romanzo molto originale, e la lettura veloce e scorrevole lo rende comunque piacevole ( se escludiamo qualche scena più cruda ). L’unica nota, come ho detto prima, è che è poco credibile ( troppi rimorsi di coscienza, ma i criminali saranno davvero così ? ), ma questo è un mio parere.
Infine una nota per l'autrice: con Il Vangelo dell'assassina gli autori nordici hanno probabilmente recuperato qualche punto ai miei occhi ( dopo le disastrose esperienze con Peter Høeg e Jonas Jonasson questo è un merito ) ma non le perdono la frecciatina velenosa nei confronti di Stephen King!! Scovatela nel libro e giudicate. Buona lettura.