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GIOCATORI E PEDINE
Ancora una volta questo autore non si smentisce, è bravo non si discute.
Particolare di questo libro non è la storia in sé, che ha come protagonista Corte,un agente federale che ha come compito la protezione dei testimoni ,che deve vedersela con Henry Loving , implacabile cacciatore di informazioni professionista, specializzato nella tortura con alcool e carta vetrata, per farsi dire tutto ciò che desidera; ma la struttura stessa della vicenda.
L’autore mette in arto una sorta di gioco (come uno dei tanti comunissimi giochi da tavolo), nel quale i “giocatori” non hanno regole pre-stabilite alle quali adeguarsi, ma il fine ultimo è il raggiungimento dei propri obiettivi con l’utilizzo di qualsiasi tipo di mezzo tecnologico o umano, i due protagonisti sopra citati sono gli effettivi giocatori, che muovono all’interno di questo “gioco” tutti i personaggi secondari come pedine, che possono mettere in atto una strategia vincente, ma, qualche mossa dopo, possono trovarsi ad aver adottato la strategia perdente.
A mio parere, l’impegno maggiore dell’autore è stato in termini di logica e nel far corrispondere ad ogni azione una risposta coerente ed articolata.
Come dicevo inizialmente, la storia in sé non è altro che il braccio di ferro tra buono e cattivo, bene e male, con un particolare inaspettato in più, a mio parere, e cioè che ai due protagonisti piace avere come concorrente l’altro, in quanto sono due menti con grandi capacità strategiche, rispettano le abilità che man mano emergono l’uno dell’altro è come se Deaver avesse voluto sfidare sé stesso nello scrivere una storia articolata in questo modo.
L'autore pone in essere una sfida con il lettore stesso, che fino alla fine non è in grado di prevedere chi è l'effettivo bersaglio di Loving e chi è la "fonte" che lo ha ingaggiato.
Chi vincerà? ma soprattutto a quale prezzo?