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Follia
Quando si sente parlare di "follia", si è indotti a pensare a eventi plateali, spesso esagerati o, ancora, drammatici (ad esempio la Follia omicida). Ma la Follia, prima che nelle azioni, va ricercata nel dramma interiore che la provoca, nella scintilla emotiva che fa crollare le mura della razionalità, dell'inibizione e della prudenza; è una forza inarrestabile che domina e annichilisce la ragionevolezza. In questo disarmante romanzo di McGrath, la Follia si concretizza in Stella, una donna che, rasentando il bovarismo, rifiuta la sua condizione di mediocre donna borgese, anelando ad una libertà da ricercare nella storia passionale con Edgar, un uxoricida recluso nel centro psichiatrico dove il marito della donna lavora. Tuttavia "Follia" non è una storia d'amore, né quella di un rapporto extraconiugale, sarebbe scontato; il romanzo è un'acuta indagine psicologica che esamina il dramma interiore di una persona, una tragedia della volontà più o meno consapevole. Lampante in tale prospettiva è la scelta dell'autore di affidare ad un medico psichiatrico la narrazione della vicenda: filtrata da uno sguardo "esperto", la storia si snoda tra pagine d'intensa analisi interiore e altre di gesti che, seppur apparentemente folli, trovano giustificazione nell'esperienza personale della protagonista (accertato che Stella sia tale). Però, paradossalmente, sono l'ambiente stesso della clinica psichiatrica, il sentirsi continuamente indagata come una cavia, l'insoddisfazione della propria condizione, i fattori che spingono Stella a compiere le sue azioni, le quali, pur nella loro irrazionalità, appaiono pienamente giustificate. E mentre prende forma la drammatica vita di Stella, si delineano sullo sfondo le ombre di una società (identificata nel romanzo dalla clinica) che si ferma all'aspetto esteriore, che rifiuta l'indagine psicologica scaricando e sminuendo una tragedia interiore in mera pazzia. Ma attenzione, Stella non è completamente folle: le sue azioni seguono un filo logico, consapevole o no, facendo sì che la mancata comprensione dei suoi gesti sia una denuncia dell'autore contro la superficialità. La Follia è quella che un osservatore non attento vede, ma il dramma della protagonista è fulcro del romanzo; forse, quello di Stella, è il desiderio di essere capita, compresa e soprattutto aiutata. Tuttavia né il marito, nè il narratore, né Edgar la comprendono, cangiano i suoi comportamenti in istinti animaleschi e folli; nemmeno gli appelli taciuti (ma ugualmente chiari) di Stella smuovono dall'inattività una società che antepone l'apparenza a tutto il resto. Senza alcuna ancora di salvezza, l'anelito di Stella alla libertà si trasforma in Ossessione, in una tragica spersonalizzazione destinata a divenire puro odio. E' proprio in questa prospettiva che Stella cede alla staticità, trascendendo i limiti della comprensione ( e di quella che si può chiamare pietà) e assumendo, agli occhi della gente, le sembianze di un mostro. Il tutto in una drammatica circostanza che segna il vero punto d'arrivo del romanzo; il resto del libro ne è la naturale conseguenza.
Si dice che la grandezza di una romanzo non si misuri soltanto nello stile, ma anche nella sua capacità di adattarsi alla società in cui viene letto, alla sua tendenza di avvicinarsi al vero: ebbene, Follia è molto più realistico di tanti altri romanzi che voglionoi essere tali; quella che appare come Follia è tale soltanto in termini assoluti (una contraddizione), ma è logica e spiegabile nell'ottica di una dramma interiore. Stella ha perso il controllo non per una mera passione, ma per un mancato interessamento nei suoi confronti.
Poco tempo fa mi è capitato di visitare un centro di recupero e la prima impressione è stata quella di essere all'interno della clinica di Follia: regnavano sovrani un idillio apparente e una freddezza che, seppur mascherata, traspariva dai volti dei pazienti lì presenti. Inutile specificare che la mia impressione è stata negativa. Bene, se un romanzo è capace di coinvolgere a tal punto un lettore, non si può far altro che riconoscerlo come un grande libro. Soparattutto se aggiungo che, a un gesto drammatico come quello di Stella, ho assistito veramente. Fortunatamente, però, allora, c'era qualcuno pronto a parlare e a scalfire il muro di una grande sofferenza interiore.
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Commenti
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Non posso che concordare con ogni tua parola! Bravo!
@katia: Scriverai qualcosa di personale, che, probabilmente, non sarà paragonabile alle altre recensioni in quanto è un libro capace di trasmettere sensazioni molto differenti, ma sicuramente sarà un ottimo commento
@Eva: Hai ragione, è un libro che colpisce profondamente, come hai scritti tu si perderebbe molto a non leggerlo
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