Dettagli Recensione
La morte si veste di bianco
"Trappola bianca" rientra in quella categoria di thriller polizieschi contemporanei ma di stampo classico, con delitti macchinosi e apparentemente inspiegabili che fino alla fine fanno lambicare la mente del lettore.
L'ambientazione a inizio libro è quantomai originale e intrigante. Un tardo pomeriggio invernale, persone che a bordo delle loro auto cercano di fare ritorno a casa o portare a compimento alcune commissioni, una bufera di neve in crescendo. Ad un certo punto c'è una deviazione sulla strada principale e le macchine sono costrette ad immettersi in una strada secondaria e stretta. Ma anche qui ecco l'imprevisto: un albero che cadendo sulla carreggiata sbarra completamente la via alle auto, che sono costrette a rimanere ferme e incolonnate. E mentre la neve aumenta, non rimane altra alternativa che rimanere a bordo con i motori accesi, il riscaldamento in funzione e attendere l'arrivo dei soccorsi, che non si sa quando arriveranno dato che in quella zona i cellulari non hanno ricezione.
L'ispettore Shaw e il tenente Valentine, capitano in loco per una coincidenza, dopo circa tre ore dagli eventi iniziali e, mentre riescono a mettersi in contatto con i soccorsi e incominciano ad accertarsi sullo stato degli automobilisti si accorgono che c'è qualcosa che non va: il conducente del furgorcino primo della fila è stato brutalmente assassinato.
E la cosa più strana è che tra tanti possibili testimoni nessuno ha notato nulla, la neve intorno al veicolo è immacolata, senza impronte. Verrebbe da pensare che la morte sia avvenuta precedentemente, ma come può un morto guidare? Tra questi interrogativi e mille altri i due poliziotti si ritroveranno ad indagare ad un delitto praticamente impossibile e ad altre morti sospette avvenute sempre lo stesso giorno nelle vicinanze. Tutte le persone rimaste bloccate sulla strada durante la tempesta di neve sembrerebbero non avere nessun legame tra loro, ma al tempo stesso tutte destano enormi sospetti e durante le indagini salteranno fuori tantissimi nuovi indizi e concatenamenti.
Questo libro (primo di una serie poliziesca che ha come protagonista l'ispettore Peter Shaw) ha una trama notevolmente criptica, arricchita da innumerevoli personaggi, e trovo che sia adatto a lettori attenti, non frettolosi, che amano i gialli intricati e non si lasciano scoraggiare dalla complessità degli intrecci. Personalmente devo dire che, nonostante ami i thriller, seguire le vicende all'interno di questa storia non è stato semplice. Da lettrice veloce come sono abitualmente, sono stata costretta a rallentare il ritmo di lettura, cercando di leggere quanto più attentamente possibile e rileggendo più volte alcune parti che non ero riuscita a capire. Il delitto alla base è già molto difficile, ma a questo si aggiungono altre morti, alcune accidentali altre colpose e i personaggi aumentano in continuazione creando un senso di smarrimento nel lettore. E' come un enorme puzzle con tante (troppe) tessere mancanti e, tra segreti e bugie la risoluzione arriva poco alla volta, tessera dopo tessera, ma ci sono alcuni passaggi che invece di fare progredire il corso degli eventi sembrano ostacolarlo. Devo ammettere che arrivata alla fine speravo di colmare ogni lacuna, ma nonostante la risoluzione del caso sia stata finalmente esposta, a me è rimasto un enorme punto interrogativo a causa di un pezzo del puzzle che per me non ha coinciso. Sono anche tornata indietro a rileggere ma niente, il dubbio mi è rimasto.
Quindi, nonostante la storia sia stata capace di assorbire completamente il mio interesse per ben cinque giorni, e, nonostante abbia trovato il tutto estremamente originale e interessante, mi rimane un po' di delusione sul finale. Mi piacerebbe molto, se quancun'altro avesse letto il libro o lo leggerà in futuro, avere un confronto di opinioni sul dettaglio che non mi è chiaro, per capire se sono io ad essermi persa qualcosa, o è un errore dell'autore.