Dettagli Recensione
Il marchio del diavolo
Eeeh già, proprio vero quel detto: i campioni emergono alla distanza! E questo non è propriamente il lavoro di un campione. Si, è anche vero che non tutte le ciambelle riescono con il buco ma questa prova ci riporta un Cooper davvero sottotono.
Scateniamo l'inferno dunque.
Forse l'autore era davvero a corto di idee se si è dovuto ispirare almeno in parte, a mio avviso, ad Angeli e Demoni di Brown.
Il vero marchio del libro rimane lo stile dell'autore, sempre una scrittura scorrevole ma un po' meno piacevole rispetto alle sue opere precedenti.
L'ennesima congiura contro il Vaticano... i Lemuri figure demoniache ma assolutamente terrene che guidano la rivolta... Marlowe con il suo Faust... e perhè no? Una profezia, quella di Malachia che elenca i papi che si succederanno nei secoli, fino alla fine della cristianità? Staremo a vedere.
Sinceramente questo modo di scrivere una trama su tre fronti storici, antica Roma, XVI° secolo e giorni nostri è un po' troppo "solita" e forse Cooper potrebbe anche valutare, per le prossime opere, di adottare una temporalità un po' più lineare.
Il finale, e questo non è uno spoiler, è un po' troppo arrampicato sugli specchi e sinceramente appare un po' "arrangiato", dando l'impressione che ci sia stato un black-out nell'emisfero creativo dell'autore.
Il mio consiglio: "provaci ancora Glenn, le capacità non mancano e la fantasia anche".
Buona lettura a tutti.
Syd
Indicazioni utili
- sì
- no
Commenti
4 risultati - visualizzati 1 - 4 |
Ordina
|
4 risultati - visualizzati 1 - 4 |