Dettagli Recensione
Un inizio da brivido, ma....
...dopo aver terminato di leggere le 1034 pagine di "The Dome", rimango sempre più convinto (e non sono il solo) che il miglior Stephen King è quello che scrive romanzi brevi e racconti; senza nulla togliere a veri capolavori come "It" e "L'ombra dello scorpione" già citati abbondantemente nei precedenti commenti. La sensazione è di aver letto un'opera che dopo tantissima carne al fuoco si esaurisca in un finale affrettato che ti lascia l'amaro in bocca. La "causa extraterrestre" è secondo me forzata e priva di logica e, mai come in questo caso, per non scegliere la soluzione scontata si è verificato invece l'opposto, dando una spiegazione inverosimile. L'altra nota negativa la trovo nella mancanza di un vero e proprio scontro faccia a faccia tra i "buoni" e i "cattivi" e le pagine scorrono nell'aspettativa e nell'imminenza di un confronto che non avverrà mai; si assiste quasi esclusivamente ad una eliminazione dei "cattivi" tra loro, mentre ai "buoni" è riservata una sorte più "naturale". Leggendo la nota alla fine del libro, lo stesso King ci rivela che l'idea di "The Dome" è del 1976, poi accantonata e ripresa nel 2007. Io credo che dobbiamo ringraziare la sua editor se alla fine, dopo veri e propri tagli, la stesura finale è stata di "sole" 1034 pagine, altrimenti ci saremmo ritrovati a leggere qualcosa lungo almeno una volta e mezzo "It". Il "maestro" afferma che si trova a suo agio nello scrivere storie con una moltitudine di personaggi, ma qui si esagera un po' e devo dire che spesso sono dovuto andare a rileggere le note iniziali del libro per ricordare il ruolo dei personaggi o la zona della cittadina dove avveniva qualcosa di importante. Lo stile è sempre efficace - soprattutto nei momenti cruenti in cui lo scrittore sappiamo dia il meglio di sè - e le situazioni si evolvono concatenandosi alla perfezione; quasi niente è lasciato al caso. I personaggi principali sono caratterizzati in maniera approfondita e ognuno con qualcosa del suo passato da farsi perdonare. La descrizione della cittadina è molto particolareggiata con le sue vie, parchi ed edifici al punto che si ha la sensazione di essere lì con gli stessi protagonisti del libro. Bella la descrizione in stile "kinghiano" del confronto nel mondo onirico tra la protagonista e la sua controparte extraterrestre. Il consiglio che dò è quello di evitare di leggere i titoli dei capitoli che, come al solito, fanno capire cosa accadrà. La traduzione italiana purtroppo non è sempre precisa nel tradurre la terminologia, usando ad esempio il termine “antiatomico” e “antincendio” per descrivere il medesimo rifugio. In conclusione credo che faccia un effetto strano alla fine del libro rendersi conto di aver letto 1034 pagine solo per descrivere i molti personaggi e narrare fatti e avvenimenti accaduti in pochissimi giorni, non tutti necessariamente utili ai fini di una perfetta riuscita della storia. Ma chi, come me, adora Stephen King, saprà soprassedere anche a questo.
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