Dettagli Recensione
Giallo giudiziario, thriller, introspettivo!
Uscito in anteprima mondiale in Italia (negli USA sarà infatti pubblicato quasi un mese dopo), "In difesa di Jacob" viene definito dalla critica come l'evento dell'anno del genere giallo giudiziario, e l'autore (non molto famoso, con sole 2 pubblicazioni all'attivo, oltre a questa) viene paragonato ad autori del calibro di John Grisham e Scott Turow.
Io non sono affatto fan dei gialli giudiziari, diciamo che quando alla tv ci sono film con scene all'interno dei tribunali giro velocemente canale perché ho sempre avuto l'idea che fossero noiosi e, per questo motivo, non mi sono neanche mai avvicinata alla letteratura di questo genere, anche se i famosi Grisham e Turow li conosco per la loro indiscutibile fama e successo mondiale da loro riscosso. Quando ho scoperto che "In difesa di Jacob" faceva parte di questo filone narrativo e non, come avevo immaginato, del genere thriller a me più congeniale, ho avuto qualche piccola perplessità, accantonata immediatamente una volta iniziata la lettura.
"In difesa di Jacob" è un libro che appassiona e che si merita assolutamente tutte le lodi scritte sulla quarta di copertina. Parla di una famiglia americana normalissima, composta da marito, moglie e figlio quattordicenne Jacob, e che abita in un piccolo sobborgo periferico che nella mente appare come il solito paese in stile "Wisteria Lane" che siamo abituati a vedere in tutti i telefim, con casette a schiera e dall'aspetto perfetto ed impeccabile, un riflesso che la borghesia Americana vuole dare di sé. Il protagonista è Andy, il padre di Jacob, che in prima persona narra ciò che accadde alla sua famiglia. Lui era il vice procuratore distrettuale della sua contea, a lui si rivolgevano tutti i crimini svolti nella sua area di competenza. E quando un giorno si presentò il caso di un ragazzo accoltellato ed ucciso nelle vicinanze di casa sua e alla scuola che frequentava il figlio, non ci pensa due volte a prendere il caso per sé. Crede che sia suo dovere fare luce sull'assassinio del ragazzo, perché questa giovane morte lo riempie di apprensione e prima viene trovato il colpevole e meglio è. Anche suo figlio ha l'età del ragazzo ucciso e il pensiero che avrebbe potuto esserci lui al suo posto lo intimorisce. Ma forse lui non è la persona adatta a portare avanti il caso, è troppo coinvolto emotivamente, e non gli passa neppure per la testa che l'assassino possa celarsi in uno dei compagni di scuola. E quando la polizia insiste per interrogare i ragazzi viene alla luce un'altra pista da seguire. Che forse Jacob, il figlio tanto desiderato e che ha allevato e cresciuto con amore per 14 anni, può essere implicato in prima persona nell'omicidio. Andy è sgomento, cade assolutamente dalle nuvole, e non può credere a una cosa del genere. Il caso gli viene tolto, come anche il lavoro, per i suoi superiori finché non si chiarisce quasta faccenda non è più affidabile. La moglie è distrutta, anche lei vuole cercare a tutti i costi di salvare suo figlio dall'accusa di omicidio, ma, mentre Andy si dice assolutamente sicuro dell'innocenza del figlio, lei è invece più obiettiva e nella sua mente affiorano dei ricordi sul lato oscuro del carattere del figlio che non le danno pace.
Questo è un romanzo complesso, multisfaccettato. All'inizio parte come un thriller, per poi virare verso il giallo giudiziario, ma non solo. In questo romanzo ad essere veramente protagoniste sono le dinamiche familiari, un'introspezione accurata all'interno di una famiglia annientata dal dolore, che tenta disperatamente di salvare un figlio, nonostante le prove sembrino condannarlo. E che ruolo ha l'amato figlio in tutto questo? L'enigmatico ragazzo che dichiara solamente di non essere colpevole ma che in realtà non fa nulla per dimostrarlo realmente? Taciturno, cinico, dall'aria cupa.... ma non è il ritratto del 95% degli adolescenti? Non è normale che a quell'età i figli desiderino la loro privacy e facciano delle cose di nascosto? Con una più attenta analisi i genitori di Jacob verrano a conoscenza di fatti sul suo conto che avevano sempre ignorato. Fatti non molto belli, è vero, ma che non possono bastare a definirlo un assassino. O forse sì?
Non mi aspettavo davvero di leggere un libro che descrivesse così bene lo sgretolarsi dall'interno di una famiglia felice. L'autore scrive benissimo, e credo che il paragone con Grishman non sia affatto azzardato. La storia è incalzante, le descrizioni vivide, l'introspezione accurata. Anche i capitoli ambientati in aula di tribunale, per me i più ostici perché vengono descritte le prassi giudiziarie, scorrono bene, strano ma vero: non mi hanno annoiata! Sono in totale ben 540 pagine, ma le ho lette velocemente, senza fatica. Più avanzavo con la lettura più avevo voglia di continuare a leggere. E anche quando la storia sembra giunta al capolinea e il lettore è ormai convinto che tutto si concluderà presto, non vengono risparmiati colpi di scena imprevedibili che accompagnano fino all'ultimissima frase dell'ultimissima pagina.
Questo libro per me è stata una vera rivelazione: dovrò assolutamente rivalutare il genere dei gialli giudiziari, perché questo è riuscito a convincermi pienamente!
E se è riuscito ad appassionare me, che non avendo figli non sono a conoscenza del sentimento che lega un genitore alla propria prole, ma posso solo cercare di immedesimarmi, cosa ne penserà chi è già genitore? Se avete dei figli leggetelo! William Landay vi aprirà il mondo su una girandola di emozioni contrastanti sul rapporto genitore-figlio che non potrà lasciarvi indifferenti.
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Commenti
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a mio parere le recensioni dovrebbero essere snelle e dirette. Naturalmente è un mio pensiero.
Ciao!