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Annika, supermamma investigatrice
Qui siamo alla seconda puntata della "saga di Annika Bengtzon". E come sempre questa giornalista-cronista prestata alle indagini più assurde e pericolose ci si ritrova completamente coinvolta. Al punto che per non inquinare le indagini con i suoi articoli viene messa in aspettativa dal lavoro per un po' di mesi. Così ne approfitta per fare un po' di indagini per conto suo.
La descrizione di Annika è sempre molto reale, al punto che, per una donna che lavora e nel contempo ha sulle spalle una casa e dei figli (e un marito), è convolgente e identificante. E' un personaggio massimamente contemporaneo.
La storia gialla è un po' frammentaria, al punto che talvolta ho avuto l'impressione che la scrittrice tirasse un po' a campare. Però presenta il grande fascino - per me - dei luoghi e del contesto sociale scandinavo. Così diversi dai nostri...
Complessivamente val la pena leggere questo libro se piace il genere scandinavo.
Una raccomandazione: leggete questo libro dopo il primo della serie (Lupo rosso) e prima dei due seguenti (3, Finchè morte non ci separi e 4, Freddo sud). O, in altre parole, per la lettura seguite l'ordine in cui li ha pubblicati la Marklund. Altrimenti riesce difficile seguire sia le vicende della vita privata di Annika, sia la contestualizzazione di parecchi personaggi protagonisti della trama gialla. Infatti, per un giallo è tremendo domandarsi "ma questo chi è?, da dove salta fuori? ma che cosa avrà fatto prima?" ecc.