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Un interessante giallo svedese
Dopo “ La principessa di ghiaccio” e “Il predicatore” , Camilla Lackberg affronta il tema della vendetta, maturata a poco a poco nello scorrere degli anni ed esplosa con l’omicidio di una bambina . Il dramma si compie nelle prime pagine, ma il colpevole emerge solo alla fine, inatteso ed imprevedibile, dopo una, anzi due lunghe storie che si accavallano, in tempi diversi, e che confluiscono alla fine in un susseguirsi di vicende vieppiù incalzanti che sfociano nel drammatico epilogo. I personaggi (spicca ancora una volta la sagacia del commissario Patrick Hedstrom) sono ben delineati : la Lackberg eccelle nell’introspezione psicologica e le intricate vicende delle famiglie coinvolte sono esposte con ricchezza di particolari, da profonda conoscitrice dell’animo umano. Il ritmo narrativo, più lento nel primo romanzo, qui si fa incalzante, le storie (che procedono a capitoli alternati) sembrano evolvere in modo totalmente autonomo, finchè emerge, esplicitandosi, man mano ci si avvicina al tempo degli eventi principali, in modo magistrale, la sconvolgente verità, quasi con il ritmo teatrale di una cupa opera ottocentesca. Un bel giallo svedese, che si lascia leggere piacevolmente, nonostante la mole abbastanza ponderosa (comune del resto ai thriller nordici). Se vogliamo proprio fare un appunto, eccolo ( ma è un errore comune ai giallisti, che contrasta con ciò che realmente accade) : un commissario, un medico legale, un poliziotto o comunque chiunque abbia a che fare giornalmente con delitti di ogni sorta non vomita, sconvolto, alla vista di un impiccato ! Le scene macabre fanno parte del loro lavoro quotidiano : i consulenti editoriali informino bene gli Autori !
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Ma come fai a sapere lo stato degli stomaci degli addetti ai lavori??