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I SUSSURRI DELLA MORTE
Non c’è copertina più indovinata di questa. Un insetto, questo è il tassello mancante che risolverà il caso e farà scoprire a David Hunter il luogo dove il responsabile di queste morti ha il suo “quartier generale”. Lo stile utilizzato da Beckett è quello a lui più congeniale. Tutto si svolge in un luogo ben definito, che in questo caso è il centro di Knoxwill, negli Stati Uniti, dove centinaia di corpi vengono studiati dopo la morte, ed inoltre il responsabile è parte di una piccola cerchia di conoscenti.
Anche questo titolo, come nei due precedenti (La chimica della morte e Scritto nelle ossa) viene dato particolarmente risalto all’aspetto scientifico di tutto quello che il nostro corpo può dire dopo la morte. Grazie ad attente valutazioni David Hunter riuscirà anche questa volta a leggere la “firma” che l’assassino ha lasciato sui cadaveri.
Negli altri due titoli mi sono divertito a cercare di scoprire l’assassino, valutando attentamente i vari indizi che Simon Beckett ci dispensava fra le righe della storia. Questa volta invece non ha messo nelle condizioni il lettore di “indagare”. I personaggi sono poco caratterizzati ed è quindi difficile capirne l’eventuale doppio fine per trovare il colpevole. Personalmente apprezzo maggiormente thriller che danno la possibilità al lettore di scoprire l’assassino con il ragionamento piuttosto che scoprirlo semplicemente quando l’autore lo desidera. A parte questo aspetto il libro si legge bene, specialmente se già affezionati al patologo David Hunter.